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Imparare a leggere e a scrivere. Una cosa da... bambini!

28/2/2022

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Molti bambini ogni anno, in tutto il nostro territorio nazionale, si approcciano alla scolarizzazione.
Iniziare la scuola primaria significa dare il via agli apprendimenti scolastici: lettura e scrittura non appartengono al repertorio delle funzioni di base, quali la visione, il movimento e il linguaggio, acquisite fisiologicamente dall'individuo durante lo sviluppo. Piuttosto sono apprese grazie a un percorso di istruzione formale che contribuisce a realizzare il processo di alfabetizzazione, ossia di apprendimento delle regole che determina la decodifica e codifica del materiale alfabetico.
Alla costruzione di tali abilità scolastiche concorrono processi linguistici, visuopercettivi e attentivi che a loro volta possono promuovere o dall'altro lato ostacolare tale processo.

Come si impara a leggere e a scrivere?

Il processo di alfabetizzazione si basa sull'acquisizione di un codice simbolico che rappresenta, in modalità visiva, il linguaggio orale. È necessario che il bambino che si approccia alla lettura e alla scrittura possieda una buona consapevolezza fonologica (vedi l'articolo su metafonologia), cioè la capacità di rappresentarsi e manipolare la struttura fonologica della parola: capire se è una parola lunga o breve (bisillaba, trisillaba, quadrisillaba), definire la sillaba iniziale o piuttosto quella finale, riconoscere le rime, in generale saper analizzare le parole in modo astratto. Tale capacità inizia a maturare durante l’ultimo anno della scuola dell'infanzia ed è considerata un indice predittivo rispetto al futuro e corretto avvio dell’alfabetizzazione.
Sono d’altra parte necessarie le abilità visive e uditive che a loro volta sono coinvolte nel processo di alfabetizzazione mediante lo sviluppo del tratto grafico e della capacità di distinguere un fonema (una lettera) da un altro.

Cos'è il metodo sillabico?

Il fulcro del metodo sillabico, come si può facilmente intuire, è la sillaba. Tale metodo è stato pensato e realizzato per rispondere alla grande eterogeneità di caratteristiche dei bambini che normalmente costituiscono ogni classe di qualunque scuola. Infatti, non solo favorisce l’alfabetizzazione degli alunni a sviluppo tipico, ma è anche in grado di promuovere strategie negli alunni in difficoltà. I bambini, già all'ultimo anno della scuola dell’infanzia, imparano naturalmente a segmentare verbalmente una parola e a dividerla quindi in sillabe. Il metodo sillabico abitua fin da subito a riconoscere una sillaba globalmente e a pronunciarla. Ciò evita l’errore tipico che compiono alcuni alunni che, vedendo una sillaba, la riconoscono come la parole-immagine a cui è stata associata.
Attraverso il metodo sillabico i bambini imparano facilmente e in autonomia a comporre le parole, poiché queste sono formate da diverse sillabe accostate, quindi in breve tempo riescono a strutturare in forma scritta brevi frasi. Inoltre, si è osservato che tale metodo, grazie alla chiarezza e alla sistematicità, riduce il rischio di errori ortografici o di sostituzione di fonemi in lettura.
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Come possiamo stimolare la lettura e la scrittura nei bambini?

  1. Crea un sillabario: su dei cartoncini colorati scrivi le diverse sillabe che tu* figli* conosce e ha affrontato a scuola. Aiutal* a consolidarle ad esempio giocando a memory! Man mano che impara nuove lettere, potrai aggiungere sillabe a complessità crescente (es. CHE-STA-PRO-GLI-GNA…).
  2. Privilegia la lettura sillabica, ossia aiuta tu* figli* a segmentare le parole mentre le legge. In questo modo sarà più semplice velocizzare la lettura, diminuendo anche il rischio di leggere le parole in modo errato.
  3. Di pari passo, allena anche l'abilità di scrittura: i cartoncini di sillabe colorate preparati per la lettura potranno essere usati per comporre e quindi scrivere parole, che poi possono essere copiate su un foglio.
Ricorda: è fondamentale che avvenga un corretto avvio delle abilità di lettura e scrittura durante la prima classe della scuola primaria per poi sostenere tutte le capacità di apprendimento future.

Problemi con lettura e scrittura?

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Il mio koala: il massaggio, la pappa, il gioco nel primo anno di vita. 6 incontri per mamme, papà e bambini!

12/2/2022

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Dopo il successo dell'anno scorso torna il percorso dedicato a genitori e bambini organizzato dallo Studio Paroliamo in collaborazione con Elisa Callegaro (Insegnante Massaggio Infantile AIMI).
6 incontri a Monselice, pensati per essere momenti di riflessione, supporto, confronto e cura della mamma, del papà e del proprio bambino.

Cos'è il massaggio infantile?

Il massaggio del bambino è un efficace strumento attraverso cui rafforzare la relazione con i nostri bambini. Non si tratta quindi di imparare una tecnica ma si cerca di affinare una attitudine: entrando nel dettaglio di un modo di comunicare profondo con il proprio figlio appena nato.
Il massaggio del bambino è un’antica tradizione presente nella cultura di molti paesi che è stata riscoperta
e si sta espandendo anche nel mondo occidentale, anche grazie ad organizzazioni come A.I.M.I. (Associazione Italiana Massaggio Infantile), di cui la specialista che organizza gli incontri fa parte.

Quali sono i vantaggi del massaggio infantile?

L’evidenza clinica e alcune recenti ricerche hanno confermato l’effetto positivo del massaggio sullo sviluppo e sulla maturazione del bambino a livello fisico, psicologico ed emotivo.
Il massaggio del bambino è una procedure molto semplice e ogni genitore può impararlo facilmente. Durante gli incontri verrà proposto un programma flessibile che si può adattare alle esigenze del bambino fin dalla nascita, accompagnandolo poi nelle diverse fasi della sua crescita. Con il massaggio è possibile sostenere, proteggere e stimolare la crescita e la salute del bambino, ed è un mezzo privilegiato per comunicare ed essere in contatto con lui.

5 incontri di massaggio infantile A.I.M.I.

Con Elisa Callegaro
​
14, 21, 28 maggio 2022
4, 11 giugno 2022


PRIMO TURNO: 9.00 - 10.30
SECONDO TURNO: 11.00 - 12.30

Massimo 3 bambini per turno

1 incontro sui temi Svezzamento e Sviluppo Motorio

7 maggio 2022
dalle 9.30 alle 11.30


Con Dott. Carolina Rossi
Logopedista

e Dott. Luisa Ferrato
Neuropsicomotricista

Con la partecipazione di
Dott. Caterina Scarparo
Odontoiatra Pediatrica

Indirizzo e contatti

Gli incontri si svolgeranno presso:
STUDIO PAROLIAMO
Via Fratelli Cervi, 25
Monselice (PD)

CONTATTI
Tel: 
340.2539556
Mail: [email protected]
FB: ec.ioeilmiokoala
CONTATTA LE NOSTRE SPECIALISTE

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Per rispettare tutte le norme e i criteri di sicurezza del periodo, i posti sono limitati e
​tutto sarà regolato dalle indicazioni igienico-sanitarie descritte nei vari decreti.
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Sviluppo motorio nei neonati: alcuni consigli per favorirlo - Parte 2

2/2/2022

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Continuiamo a parlare di sviluppo motorio nei più piccoli con la nostra neuropsicomotricista (TNPEE) e scopriamo cosa si può fare per favorirlo. Nello scorso articolo abbiamo visto i primi 4 consigli per favorire lo sviluppo motorio nei neonati, oggi ne vediamo altri 4!

Consiglio 5: il gattonamento

È vero che non tutti i bambini gattonano e che se non lo fanno non è indice di uno sviluppo alterato, ma è anche vero che è uno schema motorio importantissimo in quanto favorisce lo sviluppo della visione, del tatto, dell’equilibrio, il rinforzo muscolare, la coordinazione, l’equilibrio e l’orientamento spaziale, facilita l’integrazione sensoriale, pone le basi per una buona lateralizzazione.
Vediamo ora come favorire lo sviluppo del gattonamento. Sicuramente lasciando giocare il bambino in posizione prona su un tappeto o una coperta, ponendo davanti a lui una serie di stimoli interessanti (e qui si ricorda l’importanza del “tummy time”).
Altri suggerimenti per aiutare i neonati a gattonare sono:
  • Porre il bambino in posizione quadrupedica con un cuscino o un asciugamano arrotolato sotto l’addome per far sentire il carico sia sugli arti superiori che su quelli inferiori
  • Sedere il bambino tra le proprie gambe e mettere il suo gioco preferito dall’altro lato così da motivarlo a spostare il baricentro e portare le braccia oltre la nostra gamba per afferrarlo mettendosi di conseguenza in posizione quadrupedica
  • Sostenere attivamente il bambino in posizione quadrupedica e fargli sperimentare il movimento, anche utilizzando un lenzuolino
  • Proporre il gioco del tunnel mettendosi dalla parte opposta richiamando la sua attenzione chiamandolo oppure lanciando una pallina al suo interno. All’inizio sarà sicuramente titubante ed avrà magari paura ad entrarci, ma poi spinto dalla curiosità potrebbe iniziare a entrarci in esplorazione e compiere poi i primi movimenti.

Consiglio 6: si cammina!

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Lo sviluppo della stazione eretta avviene in genere attorno ai 10 mesi. È sconsigliato anche in questo caso mettere il bambino in piedi prima del tempo o forzare la posizione se non è pronto, perché non si farebbe altro che andare a sollecitare arti inferiori e schiena non ancora pronti a mantenere la postura antigravitaria, rischiando problemi muscolo-scheletrici.
Possiamo però favorire il suo raggiungimento mettendo degli oggetti sopra il divano o sopra a piccoli mobili ben ancorati al muro e con una buona solidità, così che il bambino spinto dalla curiosità ci si possa attaccare e sia stimolato ad alzarsi in piedi.
Una volta alzato, si potranno poi mettere gli oggetti sparsi lateralmente sul divano così che il bambino inizi a spostarsi lateralmente (a costiera, prima forma di cammino), poi si potranno proporre seggioline, carrellini ed oggetti a cui potersi attaccare e camminare spingendoli. In seguito si vedrà il bambino sviluppare il cammino autonomo senza necessità di appoggiarsi.
Un ulteriore consiglio: quando il bambino inizia a muovere i primi passi, invece di tenerlo per le mani andando a tirare le braccia e rischiando di sbilanciarlo, è meglio sostenerlo a livello del tronco, così da dare maggiore stabilità e favorire l’equilibrio.


Consiglio 7: no al girello!

Assolutamente da evitare l’utilizzo del girello in quanto non permette il fisiologico sviluppo delle articolazioni che vengono sovraccaricate, predispone a cadute, non permette lo sviluppo dell’equilibrio, tende a favorire il cammino sulle punte e non è favorevole al raggiungimento dell’oggetto.
Meglio preferire i "baby vai", oppure dei giochi a spinta tipo carrellini per i primi passi.

Consiglio 8: le scarpe

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Mettere le scarpe prima che il bambino sappia camminare risponde solamente ad un’esigenza estetica per i genitori, in quanto per il bambino sono totalmente inutili ed anzi possono diventare limitanti quando lo mettiamo a terra e quando inizia a compiere i primi movimenti. Meglio mettere dei calzini grossi per tenere i piedi al caldo.
È anche preferibile lasciare il bambino scalzo quando il bambino cammina su superfici naturali e/o morbide, come ad esempio erba, terra, sabbia, sassi in quanto camminare a piedi nudi stimola la formazione dell’arco plantare ed invia al bambino numerosi stimoli propriocettivi, vestibolari e sensoriali.
Le scarpe sono da mettere invece quando il bambino cammina su superfici ruvide e lisce per dare un maggior sostegno.
Ma come scegliere le scarpe per bambini? Queste delle buone caratteristiche delle scarpe per bambini:
  • la suola deve essere flessibile ed antisdrucciolo
  • la tela delle scarpe non deve superare la grandezza della suola
  • deve essere presente un sostegno per l’arco plantare
  • deve avere una struttura rinforzata sul tallone
  • deve essere accollata fino alla caviglia (quindi meglio anche i sandali chiusi dietro al tallone piuttosto di quelli aperti)


Cerchi altri consigli per favorire lo sviluppo motorio nel neonato?

Nella prima parte di questo articolo abbiamo parlato di postura seduta, abbiamo visto cos'è il "tummy time" e abbiamo risolto un dubbio che spesso ci viene chiesto: ma il box è utile oppure no? Leggi la prima parte dell'articolo e scopri altri 4 consigli per favorire lo sviluppo motorio nei primi mesi di vita.
LEGGI LA PRIMA PARTE
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