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Lo sviluppo del linguaggio nella prima infanzia rappresenta una preziosa conquista nel processo di crescita del bambino. La comparsa delle prime parole e lo sviluppo delle prime frasi avvengono, di fatto, mentre il bambino è impegnato nel conseguimento di altre competenze fondamentali: camminare, giocare, esprimere richieste e stabilire relazioni sociali. I genitori possono spesso provare entusiasmo e sorpresa rispetto alle tempistiche e alle modalità attraverso cui il bambino inizia a sviluppare spontaneamente il linguaggio; talvolta, invece, possono presentare dubbi e preoccupazioni dinanzi a una produzione verbale limitata, da cui possono derivare ulteriori incertezze rispetto alla qualità della stimolazione linguistica offerta al proprio piccolo. In questo articolo proponiamo 5 tips preziose per supportare lo sviluppo del linguaggio nella prima infanzia. Si tratta di consigli utili non solo per genitori, futuri genitori e nonni, ma anche indirizzabili a chiunque si trovi a interagire con bambini impegnati nella costruzione del proprio linguaggio e che voglia fornire un tassello utile in questo importante processo! 5 consigli per supportare lo sviluppo del linguaggio1. Poniti “alla giusta altezza!”Porsi all’altezza del bambino, durante le interazioni, gli consente di mantenere il contatto oculare con l’adulto e di dirigere la sua attenzione ad alcuni aspetti:
2. “Say less!”, ovvero “Parla di meno!”L’eccessiva lunghezza delle frasi e le velocità del parlato spesso non favoriscono la comprensione da parte del bambino e rendono più difficile l’elaborazione dello stimolo uditivo. Senza dubbio, il modello analogo a quello adulto è fondamentale e per l’acquisizione di strutture e termini più elaborati, ma può essere ricercato in modo progressivo. Nella prima infanzia, sono quindi preferibili frasi semplici e con elementi accessibili e conosciuti dal bambino, poiché questo lo aiuterà ad elaborare le informazioni principali e lo renderà partecipe e coinvolto nel corso della conversazione. 3. Amplia la sua produzioneQuando il bambino tende a produrre singole parole, a prescindere che la forma sia corretta o semplificata, può essere buona norma ripeterle secondo il nostro modello e ampliarle in termini di significato. Ad esempio, davanti alla figura di un coccodrillo il bambino dice “tottodillo” possiamo riprendere con “Si! Un coccodrillo! È proprio un coccodrillo! Il coccodrillo è grande (associando eventualmente il gesto con le braccia aperte per fornire l’idea delle dimensioni) e verde! (indicando il colore)”. 4. Prediligere le routineLe situazioni in cui il linguaggio appare altamente ripetitivo e prevedibile sono una sicurezza per il bambino. Il momento della pappa, del bagnetto e della vestizione, ad esempio, offrono la possibilità di familiarizzare con il vocabolario di base e favoriscono la memorizzazione di nuovi termini, grazie all’utilizzo di un numero definito di materiali strettamente legati al contesto. Inoltre, le routine sostengono il bambino nell’elaborazione di semplici frasi. Facciamo un esempio: “PRENDO il pane, PRENDO il coltello, METTO la marmellata SUL pane: ecco FATTO! È pronto un buonissimo panino! Io MANGIO il panino”. Può essere altrettanto utile associare una canzoncina a una routine specifica, la quale aiuterà il bambino a comprendere che è arrivato il momento di svolgere una precisa attività (ad esempio, canteremo la canzone della “nanna” prima di avviarci per il consueto riposino). Oltre al beneficio della prevedibilità e della ripetitività, filastrocche e canzoni presentano un linguaggio semplice e intuitivo, sottolineando gli aspetti emotivi legati alla comunicazione. 5. Pianifica e favorisci il turno di parolaDavanti a una possibile difficoltà di linguaggio, il genitore può diventare interprete dei bisogni e degli interessi del bambino, anticipando le sue risposte e intervenendo a supporto delle sue produzioni. Anche all’interno di semplici scambi comunicativi, è importante che il bambino percepisca che il suo contributo conta! Il genitore può essere un valido aiuto per il bambino, in primis, offrendogli la possibilità di partecipare allo scambio con i mezzi alla sua portata. Le domande chiuse (ad esempio “vuoi il palloncino?”), che prevedono una risposta in termini di “sì/no”, prevedono un ridotto coinvolgimento e possono risultare poco stimolanti sul piano verbale. D’altro canto, le domande eccessivamente ampie (ad esempio “cosa vuoi bere?” oppure “cosa hai fatto oggi?”) aprono un set di risposte potenzialmente infinito e possono mettere in difficoltà i bambini sia in termini di scelta, sia in termini di accesso al lessico, sia in termini di accuratezza articolatoria. Se non capito, il piccolo potrà percepire frustrazione e perdere interesse verso lo scambio. Le domande a scelta binaria, con un set limitato di risposte, possono risultare più stimolanti nelle prime fasi dello sviluppo linguistico perché:
I tuoi figli stanno inziando a parlare?Chiedi un consiglio alle nostre logopediste! Ti possono aiutare a comprendere i loro bisogni e ad aiutarli a muovere i primi "passi" nel mondo del linguaggio!
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Settembre 2024
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