Studio Paroliamo a Monselice | Logopedia - Psicologia - TNPEE - Osteopatia - Nutrizione
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Fai un bel respiro... con il naso!

26/7/2021

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Respirare è una delle funzioni primarie e primordiali. È un atto spesso involontario, infatti è raro soffermarsi e chiedersi: respiro con il naso o con la bocca?

In questo articolo analizzeremo l'importanza di respirare con il naso e la nostra logopedista Carolina ci darà alcuni consigli molto utili per intervenire in caso di problematiche.
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La corretta respirazione

La respirazione fisiologica è di tipo nasale e toracico-addominale: nell’inspirazione l’aria entra dalle narici, il diaframma si contrae, la bocca resta chiusa. Nell’espirazione il diaframma si rilassa mentre l’aria esce dalle narici e la bocca rimane sempre chiusa.
È fondamentale respirare con il naso perché solo questo permette:
  • l’umidificazione, il riscaldamento, la pulizia dell’aria in entrata grazie ai peli e al sistema muco-ciliare;
  • la produzione di ossido nitrico, promuovendo una migliore ossigenazione a tessuti, organi.
Il naso è collegato all’apparato lacrimale mediante i dotti lacrimali e al sistema uditivo mediante le tube di Eustachio. Un buon funzionamento delle tube garantisce la ventilazione dell’orecchio medio e mantiene in equilibrio la pressione ai lati della membrana timpanica così da permettere una corretta trasmissione dei suoni. Ciò è fondamentale per un bambino piccolo nella fase di acquisizione del linguaggio per apprendere le differenze sonore dei suoni della propria lingua.
Quindi la respirazione nasale è necessaria e utile a prevenire infezioni e infiammazioni del cavo orale e dei bronchi, consentendoci anche una migliore funzione olfattiva e fonatoria.

Il tuo bambino come respira?

Assodato che il tipo di respirazione corretta è quella di tipo nasale, allora perché tanti bambini respirano prevalentemente con la bocca?
Alla base ci possono essere diversi fattori: ad esempio quadri sindromici in cui è presente un’ipotonia muscolare (come la sindrome di Down) oppure più semplicemente un raffreddore, che spesso diventa cosa comune fino a portare a ipertrofia di adenoidi o tonsille, o ancora errate abitudini comportamentali che fanno nascere veri e propri vizi orali come:
  • il succhiamento del dito o della lingua;
  • l’uso prolungato di ciuccio o biberon;
  • l’onicofagia (mangiarsi le unghie);
  • la lapisfagia (mordicchiare le penne/matite/colori).
Tutte queste condizioni portano il bambino a respirare inevitabilmente con la bocca e quindi a dare cattivi input a tutto il corpo: dalla testa, alla colonna vertebrale, fino ai piedi. 

Quali sono le conseguenze della respirazione orale?

Nel bambino, così come nell’adulto, si osserva un atteggiamento completamente diverso che si ripercuote in tutto l’organismo:
  • Malattie più frequenti a livello respiratorio (raffreddori, otiti, ipertrofia adenoidea, predisposizione ad allergie);
  • Disturbi del sonno;
  • Disturbi digestivi;
  • Malocclusioni dentali in associazione a disturbi posturali;
  • Disfonia (disturbi della voce). 
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Cosa possiamo fare per rimediare?

È chiaro come una buona respirazione possa portare a diversi benefici, addirittura estesi a tutto il corpo! Per favorire una corretta respirazione è fondamentale procedere con un’igiene nasale quotidiana, utile fin da quando si è piccoli perché previene da eventuali ostruzioni.
Alla base dell’igiene nasale c’è la corretta tecnica per soffiarsi il naso ogni volta che ci dovesse essere il bisogno, cosa non scontata nei bambini più piccoli che spesso faticano a capire il meccanismo per far uscire in modo rapido l’aria proprio dal naso.
Infine è importante procedere con l’adeguata tecnica di lavaggio nasale: la nostra logopedista propone la Neti Lota, una tecnica Ayurvedica che favorisce il drenaggio delle mucose nasali grazie ad acqua calda e sale da cucina rimuovendo in modo naturale le impurità e le secrezioni. È necessario che il bambino sia collaborante, quindi l’età giusta per poter insegnare tale tecnica è a partire dai 5 anni.

Consigli di lettura!

Chiudi la bocca!
Un libro di Anna Bosco e Chiara Castellani
​
Manuale di giochi e attività per respirare correttamente.

​Se respirare è facile, respirare bene, per alcuni bambini, può essere invece molto difficile.
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Se hai bisogno di ulteriori e più approfondite informazioni riguardo all’igiene nasale e alla respirazione orale, la nostra logopedista Carolina è disponibile!
CONTATTACI PER UNA CONSULENZA
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Zaino in spalla! Ci prepariamo alla scuola! Le foto

19/7/2021

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Bambini che scrivono e giocano logopedia e tnpeeFoto
È già alla quarta tappa il laboratorio ZAINO IN SPALLA! pensato per i bambini che faranno ingresso alla
scuola primaria
il prossimo settembre.
Il laboratorio è focalizzato sui prerequisiti scolastici:
  • la metafonologia
  • il pregrafismo
  • le abilità di calcolo.

Quali opportunità offrono i Laboratori Estivi di Paroliamo?

Già nelle scorse settimane abbiamo visto le proposte del nostro studio. Grazie alla collaborazione di psicologa, logopedista e TNPEE abbiamo aiutato a crescere tutti i piccoli partecipanti, da chi comincia a muovere i primi passi fino ai bambini che l'anno prossimo cominceranno la scuola primaria!
Abbiamo sperimentiamo il corpo e i cinque sensi, affrontato le emozioni e le paure, sviluppato i prerequisiti per leggere, scrivere e contare.

Un laboratorio pensato per sviluppare i pre-requisiti per la scuola primaria

Oggi vediamo alcune foto del laboratorio "Zaino in spalla" organizzato dalla nostra logopedista Carolina e dalla nostra neuropsicomotricista Luisa. A, B, C... 1, 2, 3... siete pronti?
SCOPRI IL LABORATORIO PRESCOLARE
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Lettere, numeri e tanti colori! Per cominciare la scuola con uno zaino più leggero!

Finora, assieme alla logopedista Carolina Rossi e alla neuropsicomotricista Luisa Ferrato, abbiamo allenato
le capacità metafonologiche e le capacità di prescrittura attraverso numerosi giochi e attività strutturate: i
bambini hanno potuto sperimentare le loro capacità manuali, di “scrittura”, linguistiche, di coordinazione
occhio-mano, di conoscenza e analisi sillabica e molto altro! Ecco alcune foto.

Il laboratorio prescolare continua!

Nelle ultime due tappe mancanti svilupperemo le abilità di calcolo e di riconoscimento numerico, pronti per andare in prima con uno zaino in spalla… un po’ meno pesante!
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Paroliamo On Air! Intervista alla nostra psicologa Laura in onda su Radio Regione

6/7/2021

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Paroliamo On Air su Radio Regione!
Uno spazio esclusivo dove Professionisti e Imprenditori si raccontano. La nostra Psicologa Laura è stata invitata per un'intervista venerdì 6 agosto alle ore 9:08*.
L'audio della diretta sarà disponibile anche nei giorni successivi nella sezione Regione Veneto categoria "Generica", visita il sito della radio per maggiori informazioni!
COLLEGATI ALLA DIRETTA

Di cosa parleremo durante l'intervista?

La nostra psicologa Laura ci parlerà dei Laboratori organizzati dallo Studio Integrato Paroliamo, con una particolare attenzione al tema della demenza. Cos'è la demenza? Quali sono i primi segnali? Come si può intervenire?

Ascolta lo streaming in diretta venerdì 6 agosto alle ore 9:08

La diretta comincerà venerdì alle ore 9:08* e sarà disponibile sul sito della Radio anche nei giorni successivi, quindi non perdertela. Sarà sicuramente un'esperienza interessante e formativa su alcuni temi molto delicati e potrai conoscere a fondo i laboratori proposti dal nostro studio.
ACCEDI ALLO STREAMING SU RADIO REGIONE
*ATTENZIONE: la diretta potrebbe essere trasmessa anche un'ora prima dell'orario previsto.

Rivivi la diretta della precedente intervista a Laura, su Radio News 24

In tempo di COVID lo studio Paroliamo è stato contattato dall’emittente nazionale Radio News 24 per raccontare la sua nascita, la metodologia di lavoro e offrire spunti agli ascoltatori! Guarda il video!
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Quali sono i prerequisiti per imparare a scrivere? I consigli del TNPEE - Parte 2

3/7/2021

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Nell'articolo precedente abbiamo fatto una panoramica di tutte le abilità che il bambino dovrebbe aver sviluppato prima dell’ingresso alla scuola primaria per poter poi imparare a scrivere. 
Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta delle abilità necessarie per imparare a scrivere... prendiamo carta e penna e cominciamo!

Cos’è la coordinazione oculo-manuale? Alcuni giochi per stimolarla

È la capacità di eseguire attività che utilizzano contemporaneamente gli occhi e la mano. Fondamentale per la scrittura in quanto il bambino dovrà essere in grado di coordinare il movimento della mano all’interno dello spazio delimitato da linee e quadretti.
Può essere stimolata in diversi modi:
  • facendo infilare delle perline/cannucce/pasta di diverso formato su un filo
  • giocando con i chiodini
  • cercando di colpire dei birilli con una palla
  • con i giochi ad incastro
  • ecc.

Cos’è la motricità fine? Come possiamo stimolarla?

La motricità fine è la capacità di dissociare i movimenti delle dita in maniera fluida e controllata. Si sviluppa attraverso la manipolazione di materiali diversi, attività di impasto, giochi con la carta, l’utilizzo di forbici e colla, ecc.

Cosa sono le abilità visuo-percettive e visuo-spaziali? Alcuni consigli per allenarle e simolarle!

Si tratta della capacità di analisi, selezione ed elaborazione dello stimolo visivo (forma, colore, dimensione, ecc.) che aiutano a discriminare la posizione di un oggetto, la percezione dei rapporti spaziali, figure uguali e diverse, ecc. Fondamentali nella scrittura in quanto il bambino dovrà essere in grado di distinguere una lettera dall’altra per poi scriverla correttamente ed essere in grado di utilizzare correttamente lo spazio del foglio.
Ecco alcuni modi per allenare le abilità visuo-percettive e visuo-spaziali:
  • abbinando immagini uguali per forma/colore o entrambi i parametri
  • ricercando coppie di figure geometriche uguali
  • abbinando immagini uguali orientate in maniera diversa nello spazio
  • cercando le differenze tra due immagini
  • cercando cosa manca in una figura
  • collegando dei puntini secondo un modello
  • completando delle figure
  • costruendo dei puzzle

Cosa sono le abilità grafomotorie? Come possiamo svilupparle?

Sono l’insieme delle competenze motorie e grafiche che permettono al bambino di strutturare ed automatizzare il corretto gesto grafico. Per poterle sviluppare al meglio è necessario siano presenti e consolidate tutte le abilità e competenze descritte in precedenza.
Si sviluppano attraverso i pregrafismi, ovvero lo svolgimento di schede con foglio-matita, durante il quale si pone particolare attenzione all’impugnatura dello strumento grafico e alla sua pressione sul foglio, allo scorrimento fluido e continuo della matita sul foglio, alla dimensione del tratto grafico, e al rispetto dei margini e dello spazio-foglio da utilizzare.
Esistono in commercio molti libretti con attività di pregrafismo da proporre ai bambini in età prescolare, ma è bene ricordare la regola generale: presentare uno stimolo alla volta e aspettare un suo consolidamento prima di passare allo stimolo successivo.
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Quando contattare un neuropsicomotricista? Ecco alcuni campanelli d'allarme!

Per finire ecco alcuni campanelli di allarme che dovrebbero portare la famiglia a contattare un neuropsicomotricista per una valutazione e un’eventuale presa in carico:
  • disorganizzazione posturale (difficoltà di equilibrio, posture scorrette, ecc.);
  • ritardo nell’acquisizione delle autonomie (vestirsi/spogliarsi, lavarsi i denti, mettere le scarpe, ecc.);
  • confusione nella preferenza di una mano (cambia sempre mano quando mangia, colora, ecc.);
  • disordine spaziale (sia nell’utilizzo dello spazio in generale che dello spazio grafico);
  • rifiuto delle attività grafomotorie (a partire dal semplice disegno).
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Il piano didattico personalizzato (PDP). Riflessioni, domande e risposte

3/7/2021

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 Con l’avvento della legge 170 nel 2010 si sono finalmente regolamentati e tutelati i diritti dei portatori di diagnosi di disturbo dell’apprendimento (DSA) o altri bisogni educativi speciali (BES). Questa legge ci ha dato la possibilità di utilizzare strumenti educativi personalizzati a supporto delle difficoltà e ci ha dato anche la possibilità di perseguire la strada di una didattica individualizzata e personalizzata attraverso l’utilizzo dello strumento “piano didattico personalizzato” o PDP. Il PDP è un documento necessario a seguito di diagnosi di DSA, che illustra e definisce i rapporti che intercorrono tra la famiglia, la scuola e i clinici di riferimento che si occupano dello studente durante il suo percorso scolastico. All’interno di tale documento vengono indicati gli strumenti compensativi e le misure dispensative. Per prima cosa cerchiamo di capire cos'è il PDP chi lo redige.
Un bambino con diagnosi di DSA ha capacità cognitive nella norma ma ha il bisogno di avere un percorso didattico e di apprendimento personalizzato.

Chi redige il PDP?

Chi redige il PDP è il consiglio di classe dell’alunno che ne ha la responsabilità, il consiglio però si può avvalere della partecipazione del referente d’istituto per i DSA sfruttandone la competenza specifica in materia di normativa e di strategie e strumenti didattici. Sono coinvolti nella stesura del PDP anche gli esperti esterni che seguono l’alunno DSA e la famiglia stessa così da rendere lo strumento quanto più completo e personalizzato in vista del suo utilizzo.
L’alunno stesso va coinvolto nelle scelte che vengono messe per iscritto nel PDP in quanto alcune misure dispensative o compensative possibili possono non concordare con la volontà dell’alunno in un dato momento storico, può avere bisogno di tempo per accettare di essere dispensato dalla lettura ad alta voce o per l’utilizzo degli audio libri mentre tutta la classe utilizza i cartacei. Può avere bisogno di tempo per accettare la condizione, un trattamento diverso e magari può avere bisogno di tempo per far si che i propri compagni comprendano ciò che sta vivendo e possano accettarlo. 
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Psicologi, neurospsichiatri, logopedisti... in che modo possono intervenire?

Il clinico che ha prodotto la diagnosi elenca le misure compensative e dispensative che possono essere inserite direttamente nel documento, gli altri professionisti che possono ruotare attorno all’alunno come ad esempio il clinico privato, il tecnico dell’apprendimento o l’operatore di doposcuola, impattano nella stesura del PDP avendo una visione dettagliata e costante di tutti i punti di forza o al contrario i punti di debolezza che delineano il profilo personalizzato. 

E la famiglia cosa fa?

La famiglia dell’alunno è chiamata a partecipare alla presentazione del PDP da chi lo redige, firma l’apposito documento e con esso inizia il percorso di collaborazione con la scuola e di condivisione con i professionisti esterni. La presentazione del PDP alla famiglia richiede un apposito appuntamento, all’interno di esso la famiglia potrà chiarire l’utilizzo degli strumenti compensativi e le misure dispensative, nonostante questo alla famiglia può servire più tempo per comprenderlo appieno magari con l’aiuto di un esterno. A questo proposito è bene sapere che la famiglia può chiedere di visionare il PDP prima di firmarlo.

Quando serve un PDP? Quando va aggiornato?

  • In presenza di diagnosi il PDP va steso entro 3 mesi dopo aver protocollato la consegna del documento alla scuola e va aggiornato ogni anno sempre entro il primo trimestre di ogni anno scolastico, indicativamente quindi entro novembre. Il PDP è spesso accompagnato da una certificazione BES.
  • In assenza di diagnosi il consiglio di classe può ugualmente stendere il PDP dando motivazione della necessità di personalizzare l’intervento didattico al fine di raggiungere gli obiettivi scolastici. In ogni momento dell’anno scolastico è possibile modificare il PDP e rivederlo alla luce di nuovi bisogni o della presentazione di una diagnosi.
CONTATTA LA NOSTRA PSICOLOGA

 La normativa di riferimento sui PDP

  • Legge 170 del 8 Ottobre 2010
  • Decreto Ministeriale 5669 del 12 Luglio 2011
  • Decreto legislativo 62 del 13 Aprile 2017
  • Decreto Ministeriale 741 del 3 Ottobre 2017
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