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In uno degli articoli dello scorso mese abbiamo parlato dello sviluppo motorio, ma cosa si può fare per favorirlo? Come possiamo stimolare al meglio il bambino? Consiglio 1: Tummy time!Ma che cosa significa "Tummy time"? Significa “tempo della pancia”, ovvero una sorta di ginnastica a pancia in giù. La posizione prona è infatti da proporre fin da poco tempo dopo la nascita, in quanto è fondamentale per favorire lo sviluppo della muscolatura del capo, del tronco e delle braccia, impostando così da subito le basi per le tappe successive che permetteranno al bambino di muoversi nello spazio (rotolo, striscio, gattonamento, ...). ![]() Come, quando e per quanto tempo dura il "Tummy Time"? È l’ideale predisporre un tappetino a terra dove posizionare il bambino, ma nei primi tempi può essere fatto anche distendendo il bambino sul corpo del genitore così da trarre beneficio anche dal contatto corporeo e rafforzare la relazione genitore figlio. Se il bambino fatica a tollerare questa posizione, si può facilitarlo posizionando sotto al ventre un cuscino (come quello per l’allattamento) oppure un asciugamano arrotolato. Il tempo in cui lasciare il bambino in questa posizione sarà inizialmente per pochi minuti, per poi andare ad aumentare gradualmente la durata di questa “ginnastica”, che può essere proposta anche più volte al giorno ed è fortemente consigliato proporla tutti i giorni. Fondamentale sarà offrire i giusti stimoli al bambino per accompagnarlo nell'accettazione della posizione e per aiutarlo nello sviluppo di nuove competenze. Il primo stimolo che lo motiverà a sollevare la testa sarà quello sonoro, e quale suono migliore della voce di mamma e papà?! Ecco che allora ci si può porre davanti a lui, chiamarlo, cantargli qualche canzoncina, ecc. per poi andare a proporre altri stimoli sonori e in seguito giochi concreti così da andare a stimolare anche la percezione visiva, l’inseguimento visivo, l’allungamento delle braccia per raggiungere un oggetto, la coordinazione occhio-mano e l’inseguimento visivo. Alcuni giochi da utilizzare durante il "Tummy Time" e che possono essere utili a questo scopo sono:
Consiglio 2: limitare l'utilizzo del boxIl box è sicuramente uno strumento utile per posizionare il bambino in sicurezza mentre la mamma è alle prese con le faccende domestiche o sta facendo la doccia. L'importante è non lasciarci però il bambino troppo tempo ed utilizzarlo in maniera continuativa, in quanto potrebbe portare ad un ritardo di sviluppo. Costituendo una sorta di “recinto” il bambino non avrebbe la possibilità di muoversi liberamente e di esplorare lo spazio. Inoltre il bambino potrebbe ricercare la verticalizzazione mettendosi in piedi troppo presto quando fisiologicamente non è ancora pronto, andando a sollecitare esageratamente le strutture muscolo-scheletriche. Se si decide di utilizzarlo per brevi momenti della giornata, si consiglia di non mettere al suo interno troppi giochi ma metterne 2-3 a rotazione così che il bambino possa esplorarli e manipolarli, e di modo che la superficie utile per muoversi all'interno del box non venga ulteriormente ridotta. Consiglio 3: si rotola!
Ma si può far qualcosa per favorire l’acquisizione della posizione di rotolamento? La risposta anche in questo caso è: assolutamente sì! Lo si può e si deve fare fin a partire dalla nascita. Quando si prende in braccio un bambino supino disteso, ad esempio nella culla o sul fasciatoio per il cambio, si deve farlo rotolare a pancia in giù sulla nostra mano e poi alzarlo. Lo stesso vale quando lo si spoglia e lo si veste, mai sollevarlo frontalmente, ma farlo sempre rotolare dolcemente verso un lato. Anche quando lo mettiamo a terra oltre alla posizione a pancia in giù di cui abbiamo già parlato, è importante cambiare spesso posizione alternando posizione pancia in giù, fianco destro e fianco sinistro con un asciugamano arrotolato a far da sostegno. Un altro consiglio è quello di porre un oggetto lateralmente verso il capo quando è posizionato a pancia in su e stimolarlo ad allungare il braccio per afferrarlo. Fondamentale è sempre proporre qualcosa di accattivante! Consiglio 4: la postura seduta![]() La postura seduta è una postura che diventa fisiologica e può essere raggiunta autonomamente dal bambino tra gli 8 e i 9 mesi. Fondamentale quindi non anticiparla, sia perché è una postura molto impegnativa da mantenere per il bambino che lo distrae rispetto al gioco che può effettuare a pancia in giù, ma soprattutto perché può diventare dannosa per la schiena andando ad incidere sulle strutture osseo-scheletriche non ancora pronte. La domanda che sorge spontanea è: "Ma allora deve mangiare disteso?" Assolutamente no! Il bambino a partire dai 6 mesi può essere messo seduto sul seggiolone per il tempo limitato del pasto, ma è importante che schiena e piedi siano sempre ben appoggiati. Per i motivi appena elencati, anche per i primi giri in bicicletta sul seggiolino, è bene proporli dopo gli 8-9 mesi quando il bambino potrà restare seduto autonomamente, sempre con l’accortezza che la schiena sia bene appoggiata e regolando il poggiapiedi di modo che anche i piedi siano bene in appoggio. Nel momento in cui la posizione viene raggiunta sarà importante proporre giochi che favoriscano la manipolazione e lo sviluppo della manualità fine proponendo prima giochi più grandi a favore dell'afferramento a rastrello e della presa palmare, passando poi ad oggetti più piccoli a favore della presa a pinza. Alcune proposte interessanti per favorire la manipolazione e lo sviluppo della manualità possono essere:
Nel prossimo articolo altri 4 consigli per favorire lo sviluppo motorioPer oggi i consigli si fermano qui! Ma nel prossimo articolo della nostra neuropsicomotricista Luisa vedremo altri 4 consigli utili per favorire lo sviluppo motorio nei primi mesi di vita dei bambini!
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Basterebbe che prestassi più attenzione!!! Quante volte nel corso della nostra vita ci siamo sentiti dire una frase come questa? E quante volte forse proprio ora la ripetiamo ai nostri figli? Prestare attenzione appare nel linguaggio comune come una banalità, una pratica che nella maggior parte dei casi non dovrebbe richiedere la guida della nostra consapevolezza. Ebbene, le cose non stanno proprio in questo modo e sicuramente non sono così semplici. In parte dipende dal tipo di compito che ci è richiesto di eseguire, in parte da una nostra personale predisposizione e infine anche dai comportamenti che mettiamo in atto per prevenire eventuali disattenzioni. Esiste una componente dell’attenzione che viene definita Sistema Attentivo Supervisore (SAS) che ci permette di vigilare sulle nostre azioni, sostenere l’attenzione durante i compiti noiosi e ripetitivi, gestire le distrazioni, organizzare le azioni e pianificarle, insomma controllare che tutto si svolga come prestabilito. Il SAS è un sistema particolarmente debole nelle persone che presentano deficit attentivi e spesso anche nelle persone con difficoltà di apprendimento. Cos'è il disturbo da deficit di attenzione e iperattività?Il Disturbo da Deficit di Attenzione o Iperattività (ADHD) si colloca nell'ambito dei disturbi del neurosviluppo e riguarda il 3-4% dei bambini e dei ragazzi sottoposti a valutazione. Si tratta di bambini che vengono posti all'attenzione di un clinico in quanto i loro atteggiamenti interferiscono con il funzionamento e con il loro sviluppo, primariamente quando, pur non presentando nessun disturbo dell'apprendimento, il loro rendimento resta scarso e/o altalenante. Come si manifesta il disturbo da deficit di attenzione?
Alcuni consigli pratici per gestire il deficit di attenzioneQuando un bambino o un ragazzo presenta un deficit attentivo, spesso dimentica le cose, non presta attenzione ai particolari, può risultare sbadato e darci l’impressione di avere la “testa tra le nuvole”, a poco a poco lui stesso impara a fidarsi poco di sé stesso in quanto i suoi atteggiamenti risultano poco adattivi e coerenti alla situazione, inizia a misurare le sue prestazioni e non sempre riesce a darsi delle spiegazioni su come possano essere così diverse dagli altri pur avendo le stesse competenze dei compagni. Segni come la frustrazione, l'opposizione, la rabbia e la demotivazione sono alcune delle reazioni che si possono presentare se non ci si pone in modo corretto di fronte a questa problematica. A seguito di diagnosi di ADHD, è importante iniziare con il bambino un percorso di crescita che tenga conto delle sue caratteristiche coltivando l'autostima e il senso di efficacia. Tuo figlio è iperattivo? 4 semplici suggerimenti per i genitori
Quando si parla di funzioni orali ci si riferisce a tutte le attività che si possono compiere con il distretto oro-facciale, ossia con la bocca e con il viso in generale. Non si tratta solo di movimenti, ma anche di sensibilità, propriocezione. D'altronde la bocca, per il bambino, è il primo approccio mediante il quale esplora e conosce il mondo. Quali sono le funzioni orali?Le funzioni orali sono:
Quando si può dire che le funzioni orali sono alterate? I sintomi dello SMOFPuò succedere che le funzioni orali siano alterate, che i muscoli oro-facciali non lavorino in sinergia e ciò potrebbe quindi comportare un disequilibrio della muscolatura oro-facciale definito con il termine SMOF (Squilibrio Muscolare Oro Facciale).
Come si può intervenire in caso di disfunzioni orali? La Terapia Mio-FunzionaleÈ necessario ripristinare quanto prima un equilibrio della muscolatura oro-facciale per promuovere l’armonia muscolare e scheletrica, prevenendo compensi errati, dolori o tensioni anche in altri distretti corporei. La TMF (Terapia Mio-Funzionale) è la terapia logopedica indicata in caso di presenza dei sintomi sopra indicati. Si tratta di un programma di educazione/rieducazione delle funzioni orali con l’obiettivo di promuovere un corretto utilizzo della muscolatura orale-facciale e quindi delle funzioni orali stesse. La figura del logopedista saprà effettuare un'attenta valutazione delle strutture oro-facciali per poi consigliare il trattamento logopedico di educazione/rieducazione più appropriato ed eventuali altre visite specialistiche necessarie. Quali sono i fattori di rischio di uno squilibrio della muscolatura della bocca e del viso?I principali fattori di rischio di uno squilibrio della muscolatura oro-facciale possono essere:
A chi è rivolta la Terapia Miofunzionale?La terapia miofunzionale è utile nei bambini, negli adolescenti e negli adulti. Nei bambini, anche piccoli di 3-4 anni, si può intervenire precocemente rimuovendo i vizi orali presenti e impostando una corretta igiene e respirazione nasale; nei bambini dai 7-8 anni, negli adolescenti e negli adulti si tratterà di un programma di esercizi mirati a correggere gli schemi motori errati rieducando le funzioni orali. Rieducare la muscolatura oro-facciale e le funzioni connesse può ridurre i tempi del trattamento ortodontico stabilizzandone i risultati ed evitando le recidive alla malocclusione. La figura del logopedista, specializzata in terapia miofunzionale, opera a stretto contatto con l'ortodontista e altri eventuali professionisti come l'osteopata, l'ortottista per promuovere una crescita armoniosa.
Con l’articolo di oggi andremo a vedere le principali tappe di sviluppo motorio nel primo anno di vita. Una prima considerazione da fare è che i primi 6 mesi di vita del bambino corrispondono in proporzione a 6 anni di sviluppo neuropsicomotorio, mentre dal 7° al 12° mese corrispondono a 3 anni, questo per sottolineare l’innumerevole quantità di abilità che il bambino acquisisce nel primo anno di vita. È bene evidenziare fin da subito come ogni bambino sia unico, quindi anche il raggiungimento delle varie tappe motorie può subire delle variazioni in termine temporale. Le tappe dello sviluppo motorio: i primi 6 mesiPrimo mese È caratterizzato dalla presenza dei riflessi neonatali e da una postura incerta ed asimmetrica, in cui il bambino non riesce ancora a controllare il proprio corpo, in particolare il capo. Messo a pancia in su è possibile osservare uno sgambettio incontrollato degli arti inferiori, mentre in posizione prona si osserva la posizione a candeliere con il baricentro sullo sterno. Secondo mese A pancia in su si continua ad osservare l’instabilità, mentre a pancia in giù inizia a svincolare e sollevare capo e spalle, distende anche le gambe. Inizia a seguire con lo sguardo una persona che si muove nella stanza. Terzo mese Tenuto in braccio ora il bambino inizia a controllare il capo, insegue un oggetto che si sposta nel suo campo visivo, inizia a sorridere in risposta al sorriso dell’adulto (il cosiddetto sorriso sociale). A pancia in su iniziano le prime esplorazioni corporee portando le mani alla bocca, mentre a pancia in giù inizia ad appoggiarsi sui gomiti formando un angolo a 90°. Quarto mese Oltre alle mani ora inizia a portare anche gli oggetti in bocca. A pancia in giù inizia l’appoggio asimmetrico per arrivare, verso i 4 mesi e mezzo, a svincolare il braccio per raggiungere un oggetto e a compiere il mezzo rotolo da prono a supino. Quinto mese A pancia in su inizia la coordinazione occhio-mano-piede, e il bambino oltre alle mani inizierà a mettere in bocca ed esplorare anche i propri piedini. A pancia in giù inizierà ad alzare braccia e gambe, sembrando un aereoplanino. Sesto mese A pancia i giù raggiunge la posizione a braccia estese e svilupperà la prima forma di spostamento ed esplorazione del mondo: il rotolamento, che utilizzerà sia per raggiungere gli oggetti che per raggiungere mamma e papà. Tenuto verticalmente inizia a sopportare una parte del suo peso e lo si vedrà spingere con i piedi. Le tappe dello sviluppo motorio: dai 7 mesi a un anno![]() Settimo mese Ora porta i piedi alla bocca senza perdere l’equilibrio e a pancia in giù inizierà a sollevare pancia e corpo per prepararsi al gattonamento. Riesce a star seduto con appoggio, ma anche senza sostegno per qualche breve momento. Ottavo mese Da disteso riesce a portarsi in posizione seduta se l’adulto tenendolo per mano esercita una leggera trazione sugli arti superiori, a pancia in giù appoggia su mani e ginocchia ed inizia a fare dei dondolii, compiendo poi i primi tentativi di dondolamento. Nono mese Inizia a gattonare e/o strisciare per esplorare la stanza e raggiungere oggetti, oltre che mamma e papà; consolida la capacità di restare seduto autonomamente senza sostegno. Decimo mese Iniziano i primi tentativi di verticalizzazione appoggiandosi ai mobili e nel momento in cui riesce a raggiungere la stazione eretta, appoggiato, solleva e riabbassa un piede. Continua intanto a spostarsi strisciando e/o gattonando. Undicesimo – Dodicesimo mese Si sviluppa il cammino, prima a costiera, ovvero lateralmente restando appoggiato a qualche mobile, poi spingendo qualche oggetto o se sostenuto dai genitori, per poi andare piano piano a sviluppare il cammino autonomo senza necessità di sostegno. Non anticipare le mosse! Ognuno ha i propri ritmiAttenzione!!! È fondamentale non anticipare nessuna tappa motoria, ma favorire lo sviluppo armonico e fisiologico attraverso posture e stimolazioni adeguate. A volte i genitori si preoccupano perché vedono bambini della stessa età che hanno maggiori competenze del proprio figlio, ma come abbiamo detto all'inizio i tempi di sviluppo non sono uguali per tutti, è inutile quindi sforzare una postura o una competenza se il bambino non ha acquisito quello precedente. Quindi se il bambino presenta qualche piccola anomalia rispetto allo schema descritto non c’è da preoccuparsi, può trattarsi di una normale variabilità individuale. All'interno dello studio Paroliamo è presente il servizio di consulenza per valutare come sta procedendo lo sviluppo neuropsicomotorio: uno spazio sia per un bilancio oggettivo delle competenze acquisite in relazione all'età che per dare ascolto a dubbi e perplessità dei genitori, fornendo consigli ed indicazioni per favorire la crescita del proprio bambino. Tuo figlio non cammina? Ecco alcuni campanelli d'allarme
Dopo avervi illustrato le principali tappe motorie del primo anno di vita, nel prossimo articolo dedicato allo sviluppo motorio ne verranno analizzate alcune nello specifico, con consigli e suggerimenti.
Se avete domande o desiderate venga approfondito qualche argomento potete scrivere nei commenti o contattare direttamente la neuropsicomotricista. |
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