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![]() Lo screening comunicativo-psicomotorio, che ha coinvolto le figure della logopedista e della neuropsicomotricista dello studio, ha raccolto buoni frutti! A seguito dello scoring del questionario posto ai genitori, riguardo i loro figli dell’età che variava dai 2 ai 3 anni, molti di questi hanno richiesto una consulenza per ricevere informazioni e consigli riguardo la buona evoluzione del proprio figlio. Durante la correzione sono state individuate 5 aree indice di sviluppo neuropsicomotorio e comunicativo-linguistico: motoria, delle autonomie, delle funzioni orali (respirazione, masticazione, deglutizione), del comportamento e del linguaggio. Come stimolare il linguaggio? 3 consigli praticiDa logopedista, la domanda più frequente che mi viene posta è: “ma come faccio a stimolare il suo linguaggio?”. Ecco quindi di seguito alcuni consigli utili e pratici. 1. Ripetizione Si dice “repetita iuvant” ed è un metodo efficace anche in questo caso. Quando vostro figlio dice per la prima volta una parola ripetetela, enfatizzatela, almeno 3 volte. Così il bambino potrà ricordare la sequenza fonologica dei suoni per poter produrre proprio questa nuova parola. Il concetto vale anche per una parola detta “non molto bene”, con delle lettere sostituite o mancanti, voi genitori provate a ripeterla corretta sempre per 3 volte. “Geato” → “Vuoi GELATO? Eh sì si chiama GELATO, GELATO proprio così!” 2. Riformulazione Spesso i genitori riportano la difficoltà di produzione di frasi corrette: il bambino omette parti frasali importanti come articoli, preposizioni che da soli infatti non avrebbero senso di esistere per cui sono più difficili da apprendere e consolidare. Ecco che allora se vostro figlio produce una frase scorretta grammaticalmente, il genitore può riprenderla in mano e riformularla corretta di modo che il bambino possa ascoltarla e comprendere quale sia la forma giusta. “Papà rupe!” → “Hai visto che ci sono le ruspe?” 3. Espansione Si tratta semplicemente di espandere la produzione linguistica del proprio figlio in modo da arricchire con più dettagli il messaggio verbale. Il bambino intanto si limiterà ad ascoltare tale produzione linguistica e non appena ne avrà gli strumenti adatti potrà anche provarci in prima persona. Con questi semplici consigli si può aiutare il bambino nell’evoluzione linguistica in modo efficace e gentile, senza frustrarlo o farlo sentire meno capace. “Mamma scivolo!” → “C’è lo scivolo qua al parco, è divertente lo scivolo, si va giù veloci!” Con questi semplici consigli si può aiutare il bambino nell’evoluzione linguistica in modo efficace e gentile, senza frustrarlo o farlo sentire meno capace. I bambini sono furbi... non pigri!
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Nei primi anni di vita, il bambino scopre il mondo attraverso il movimento e il gioco. Ogni esperienza corporea è un’opportunità di crescita, di apprendimento e di relazione con gli altri. La psicomotricità, attraverso un approccio ludico e coinvolgente, diventa uno strumento prezioso per accompagnare i più piccoli in questa fase fondamentale dello sviluppo. Con questo progetto, vogliamo offrire ai bambini un ambiente sicuro e stimolante, dove possano esplorare le proprie capacità motorie, comunicative ed emozionali, crescendo in modo armonico e sereno. Cos'è la psicomotricità e perché è importante?La psicomotricità è una disciplina che favorisce uno sviluppo armonico del bambino attraverso il gioco e il movimento. Nei primi tre anni di vita, il bambino costruisce le basi della propria personalità e sviluppa le principali caratteristiche della comunicazione e della relazione con gli altri. In questa fase, il gioco è la sua principale forma di espressione e apprendimento. Mediante la psicomotricità educativa, si promuove uno sviluppo globale del bambino, prestando particolare attenzione agli aspetti psico-affettivi e sociali. Il gioco psicomotorio, unito alla relazione corporea, favorisce la crescita non solo sul piano motorio, ma anche su quello emotivo, relazionale e cognitivo. Gli obiettivi del progetto di psicomotricità al nidoObiettivi generali
Struttura del programma di psicomotricitàLe attività proposte si sviluppano attraverso tre principali tipologie di gioco: il gioco sensomotorio, il gioco simbolico e il gioco di socializzazione. Nel gioco sensomotorio, il bambino sperimenta diverse modalità di movimento come strisciare, rotolare, camminare, correre e saltare, sviluppando il piacere dell’azione e un’immagine positiva di sé. Il gioco simbolico, invece, permette al bambino di esplorare la fantasia e la creatività utilizzando oggetti semplici come palle, stoffe e bambole, favorendo le sue capacità relazionali e comunicative attraverso il gioco del “facciamo finta che”. Infine, nel gioco di socializzazione, vengono proposti giochi di gruppo come trenini e girotondi, che aiutano il bambino a interagire con i coetanei e a rispettare semplici regole sociali. Il ruolo della neuropsicomotricistaLa neuropsicomotricista guida il bambino nel gioco senza imporre attività, ma lasciandolo libero di esplorare. Attraverso un atteggiamento empatico, accompagna il bambino nel suo percorso di crescita, intervenendo solo per ampliare e arricchire le esperienze di gioco. Vederla all'opera ci evidenzia ancora una volta le differenze tra psicomotricista e neuropsicomoptricista. Modalità di realizzazione del progetto psicomotricità al nido
Quali materiali sono stati utilizzati?Durante le attività vengono utilizzati diversi materiali che stimolano il gioco e la creatività del bambino. Tra questi troviamo materiali di recupero (scatoloni, fogli di giornale, bottiglie di plastica), materassi e cuscini di gommapiuma per l’attività motoria, palloni e cerchi per il gioco sensomotorio e di socializzazione. Inoltre, si utilizzano tessuti colorati per giochi di drammatizzazione, corde per esplorazioni spaziali, costruzioni e contenitori per sviluppare la manualità, strumenti musicali per stimolare la percezione sonora e bambolotti per il gioco simbolico. Collaborazione con le educatrici del NidoLe educatrici sono coinvolte nel progetto per favorire l’inserimento dei bambini e osservare l’evoluzione del gruppo. Il confronto costante con la neuropsicomotricista permette di individuare eventuali situazioni di disagio e di intervenire in modo mirato. La fase di valutazione e verifica: quali competenze vengono monitorate?Durante il percorso, si monitorano diverse competenze:
Psicomotricità al nido, un'opportunità unica! Il progetto di psicomotricità al nido rappresenta un'opportunità unica per accompagnare i bambini in un percorso di crescita armonioso e divertente. Grazie al gioco e al movimento, ogni bambino può esprimere il proprio mondo interiore, sviluppare competenze fondamentali e affrontare con maggiore sicurezza le tappe della sua evoluzione. Il risultato della psicomotricità educativa? Dei bellissimi disegni!Durante gli incontri di psicomotricità educativa i bambini hanno avuto la possibilità di sperimentare liberamente con il proprio corpo e di esprimere sé stessi, senza vincoli e senza imposizioni; di capire le proprie capacità, di svilupparne di nuove e di conoscere i propri limiti. Il tutto scandito da momenti ben precisi:
Di seguito tutti i disegni fatti dal bambino/a: a questa età il disegno viene utilizzato come scarica sensomotoria sul foglio (lo scarabocchio) ma già c’è chi inizia a dare comunque un significato a ciò che ha disegnato, indice che c’è un pensiero dietro. Nell’ordine sono stati proposti: pennarelli, matite colorate, penne, cerette, gessi e acquarelli utilizzati con le dita. "Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco, che in un anno di conversazione" - Platone Accettare l'inaccettabile: traumi, resilienza e la differenza tra accettazione e rassegnazione27/2/2025 La vita, a volte, ci mette di fronte a eventi difficili, inaspettati e dolorosi: lutti, malattie, perdite, fallimenti, traumi. Quando ciò accade, la nostra mente attiva una serie di meccanismi di difesa per proteggerci dal dolore, ma nel lungo termine la vera sfida diventa un’altra. Come accettare ciò che non possiamo cambiare senza sentirci sconfitti? Esiste una grande differenza tra accettare una realtà difficile e rassegnarsi ad essa. L’accettazione è un atto di consapevolezza e forza interiore, mentre l’arrendevolezza è un ritiro passivo dalla vita. In questo articolo esploreremo cosa significa realmente accettare, quali meccanismi di difesa entrano in gioco di fronte alle avversità e come possiamo trasformare il dolore in crescita. Come la mente cerca di proteggerci? I meccanismi di difesaQuando affrontiamo situazioni dolorose, il nostro cervello mette in atto strategie automatiche per cercare di attutire l’impatto emotivo. Alcuni dei meccanismi di difesa più comuni sono:
L'accettazione è una scelta consapevole, non una resaMolte persone temono che accettare una situazione difficile significhi rassegnarsi, come se smettessero di combattere o di sperare. In realtà, accettare significa prendere atto della realtà senza negarla, giudicarla o combatterla inutilmente. Ma cosa significa quindi "accettazione"? Accettare non vuol dire approvare ciò che è successo o essere d’accordo con esso. Accettare significa riconoscere che ciò che è avvenuto fa parte della nostra storia e che, per quanto doloroso, esiste. È solo da questo punto di partenza che possiamo davvero trovare la strada per stare meglio. Accettazione o rassegnazione? Due facce della stessa medaglia!Accettare significa riconoscere che ciò che è accaduto è reale, che fa parte della nostra storia e che, volenti o nolenti, dobbiamo farci i conti. "Non avrei mai voluto che andasse così, ma è successo. Ora cosa posso fare per me stesso?" Arrendersi, invece, è il contrario: significa lasciarsi travolgere dalla sofferenza, smettere di cercare un senso o una via d’uscita. È quella sensazione di impotenza che ci fa credere che nulla potrà mai cambiare, che non ha senso provarci. È smettere di lottare, ma nel modo sbagliato: non perché abbiamo trovato la pace, ma perché ci sentiamo sconfitti. Come coltivare l'accettazione nelle difficoltà?Raggiungere una vera accettazione psicologica è un percorso che richiede tempo e impegno. Ecco alcuni passi che possono aiutare:
L'accettazione è un atto di coraggio!Accettare le difficoltà della vita non significa subirle, ma scegliere di affrontarle con consapevolezza e forza. È un processo che richiede tempo, ma che può portare a una nuova comprensione di sé e della propria esistenza. Se ti trovi in una situazione difficile, ricorda che accettare non significa arrendersi, ma liberarsi dalla lotta contro l’inevitabile per concentrarsi su ciò che può davvero fare la differenza. Ti serve aiuto per accettare un evento traumatico?Dopo il successo della seconda edizione dedicata a massaggio infantile e svezzamento, torna la terza edizione del percorso dedicato a genitori e bambini, organizzato dallo Studio Paroliamo in collaborazione con Elisa Callegaro, insegnante di Massaggio Infantile AIMI. Il programma prevede sei incontri a Monselice, pensati per offrire momenti di riflessione, sostegno, condivisione e attenzione per mamme e papà insieme ai loro bambini. I temi principali degli incontri saranno: ✅ Massaggio infantile 🍽️ Pappa e svezzamento 🚼 Sviluppo motorio nel primo anno di vita Un'occasione speciale per accompagnare i primi mesi di crescita con consapevolezza e serenità! 5 incontri sul massaggio infantile A.I.M.I.Con Elisa Callegaro Sabato 15,22 e 29 marzo 2025 Sabato 5, 12 aprile 2025 Dalle 10.00 alle 11.30 Il massaggio infantile è un’esperienza di contatto dolce e consapevole che rafforza il legame tra genitori e bambini. Attraverso il tocco, favorisce il rilassamento, migliora il benessere fisico ed emotivo e potenzia la comunicazione non verbale. È particolarmente utile per alleviare le coliche, favorire un sonno più sereno e accompagnare il bambino in un crescita armoniosa. 1 incontro sui temi svezzamento e sviluppo motorioSabato 19 aprile 2025 dalle 10.00 alle 11.30 Con Dott. Carolina Rossi Logopedista e Dott. Luisa Ferrato Neuropsicomotricista Con la partecipazione di Dott. Caterina Scarparo Odontoiatra Pediatrica Info e contattiGli incontri si svolgeranno presso:
STUDIO PAROLIAMO Via Fratelli Cervi, 25 Monselice (PD) CONTATTI Tel: 340.2539556 Mail: [email protected] FB: ec.ioeilmiokoala Lo screening logopedico-psicomotorio è una procedura di valutazione primaria, significa letteralmente “passare al setaccio”. Può essere condotta a tappeto, su una vasta popolazione, proprio perché è una forma valutativa rapida sia da effettuare che da verificarne i risultati; qualora si osservassero dei campanelli d’allarme allora è bene fare una valutazione più approfondita. Ecco perché noi professionisti dello Studio Paroliamo ci siamo messi a disposizione per offrire questo servizio di screening a diversi asili nido della nostra zona, ben felici che i servizi educativi abbiano accolto la nostra proposta. Si tratta di uno screening comunicativo-psicomotorio, per cui le professioniste coinvolte sono la logopedista e la neuropsicomotricista. A chi è rivolto lo screening comunicativo-psicomotorio?Lo screening che abbiamo proposto, la progettualità è partita proprio a gennaio, è rivolto ai bambini nati nel 2022, che stanno terminando l’asilo nido (o sezione primavera) e che il prossimo settembre faranno ingresso alla scuola dell’infanzia. Qual è lo scopo dello screening logopedico-psicomotorio?Lo screening ha lo scopo di individuare i punti di forza e le difficoltà del bambino rispetto all’età in vista dell’ingresso alla scuola dell’infanzia. È importante individuare in epoca precoce eventuali difficoltà comunicativo-linguistiche e neuropsicomotorie, che potrebbero rallentare od ostacolare la crescita evolutiva del bambino. In particolare, attraverso l’utilizzo del questionario rivolto ai genitori vengono raccolte alcune notizie essenziali sullo sviluppo del bambino (rispetto alle aree alimentare, motoria e linguistica) e le caratteristiche del comportamento. Riteniamo che il questionario sia un valido strumento di screening sia per evidenziare eventuali difficoltà ma anche per poter offrire alle insegnanti indici di riferimento per una più attenta valutazione del bambino. Come si realizza lo screening logopedico-psicomotorio?Si tratta di un questionario che le educatrici consegneranno direttamente ai genitori, i quali dovranno compilarlo e riconsegnarlo entro la data prevista. Nel questionario vengono raccolti dati della storia anamnestica del proprio figlio fino ad oggi e caratteristiche del comportamento riguardanti sia la sfera neuropsicomotoria che comunicativo-linguistica. Il questionario è stato creato dalle professioniste dr.ssa Luisa Ferrato e dr.ssa Carolina Rossi basandosi sul test Preeschool Screening System (PSS) di P.K. Hainsworth e M.L. Hainsworth. La durata stimata per la compilazione è breve, circa di 10 minuti. Quanto costa lo screening?Lo screening è gratuito; nel caso in cui dalla revisione da parte delle professioniste del questionario compilato emergano difficoltà, la consulenza proposta avverrà in studio e sarà a carico dei genitori.
Riteniamo che il questionario sia un valido strumento di screening sia per evidenziare eventuali difficoltà, ma anche per poter offrire alle insegnanti indici di riferimento per una più attenta valutazione del bambino e a voi genitori e tutori un feedback sulla crescita di vostr* figli*. Psicomotricista e Neuropsicomotricista (TNPEE): professioni diverse, competenze complementari16/11/2024 Quando si tratta di supportare il corretto sviluppo dei bambini, è fondamentale avere ben chiara la distinzione tra le figure dello psicomotricista e del neuropsicomotricista (TNPEE). Sebbene entrambi i professionisti lavorino nel campo dello sviluppo infantile, le loro competenze, finalità e modalità di intervento presentano differenze significative. Comprendere queste differenze è essenziale per garantire che ogni bambino riceva l'intervento più adatto alle proprie necessità, favorendo uno sviluppo sereno e armonioso. Il ruolo del psicomotricistaLo psicomotricista opera prevalentemente in ambito educativo e preventivo, lavorando con bambini che hanno uno sviluppo tipico o che presentano lievi difficoltà. Le attività proposte mirano a stimolare la relazione tra il corpo, l'affettività e la dimensione cognitiva del bambino, attraverso il gioco e il movimento. Il Psicomotricista favorisce il potenziamento delle competenze motorie, relazionali ed emotive, creando un contesto di gioco strutturato in cui il bambino può esplorare e crescere. Le sue attività si svolgono principalmente in contesti scolastici, gruppi di gioco o sessioni private, promuovendo il benessere e l'armonia dello sviluppo. La sua formazione è acquisita attraverso diplomi presso scuole private o master post-laurea, offrendo una preparazione mirata ma non abilitante a livello sanitario. Il ruolo del neuropsicomotricista (TNPEE)Il neuropsicomotricista, o Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva (TNPEE), è un professionista sanitario la cui competenza si estende dalla prevenzione alla valutazione, abilitazione e riabilitazione delle fragilità dell'età evolutiva. Lavora con bambini che presentano difficoltà più complesse e strutturate, come:
La sua formazione prevede una laurea triennale abilitante e un obbligo di formazione continua, che lo qualifica come esperto nella diagnosi funzionale e nella riabilitazione. Cos'hanno in comune psicomotricista e TNPEE?Entrambi i professionisti condividono una visione olistica del bambino, ponendo attenzione al corpo, alla dimensione affettiva e cognitiva, e rispettandone il modo di essere e di agire. La relazione, il gioco e il movimento sono strumenti centrali nel loro lavoro, che mira a favorire l'autonomia e il benessere globale del bambino. Quali sono le differenze tra psicomotricista e neuropsicomotricista?Le differenze tra psicomomotricista e TNPEE riguardano soprattutto le finalità del percorso, gli obiettivi e il loro percorso formativo. Vediamo nel dettaglio i ruoli di neuropsicomotricista e psicomotricista: chi sono e che cosa fanno? Finalità del percorso
Obiettivi
Formazione
Perché scegliere un neuropsicomotricista (TNPEE)? Il TNPEE è una professione sanitaria regolamentata, che dal 2019 prevede l'obbligo di iscrizione all'Albo delle Professioni Sanitarie. Questa iscrizione assicura che il professionista risponda a standard formativi e deontologici precisi, offrendo un servizio di alta qualità sia nella prevenzione che nella riabilitazione delle difficoltà evolutive. Scegliere un neuropsicomotricista significa garantire al proprio bambino un percorso terapeutico mirato, sicuro e basato sulle evidenze scientifiche.
Il sostegno psicologico rappresenta un elemento fondamentale per il benessere individuale, offre un aiuto concreto nei momenti di difficoltà e nel superamento delle sfide quotidiane. Secondo la definizione fornita dal Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi (CNOP): "il sostegno psicologico si realizza in tutti quei casi entro i quali si ritiene opportuno garantire continuità e contenimento ad una data condizione" Questo percorso si propone di lavorare sulle capacità di coping dell'individuo, aiutandolo a gestire e affrontare le proprie problematiche in modo efficace. Cos'è il sostegno psicologico?Il sostegno psicologico è un intervento orientato a fornire supporto emotivo e pratico a individui che si trovano a fronteggiare situazioni stressanti, traumatiche o di cambiamento. Si tratta un'affiancamento da parte di un professionista che guida la persona nella navigazione delle proprie emozioni e nell'acquisizione di strumenti utili per affrontare le difficoltà. Differenza tra sostegno psicologico e psicoterapiaMentre il sostegno psicologico si concentra su un aiuto immediato e pratico per affrontare difficoltà temporanee, la psicoterapia si impegna in un intervento più profondo e prolungato per trattare disturbi psicologici complessi e promuovere un cambiamento duraturo. Entrambe le forme di supporto sono utili, ma devono essere scelte in base alle specifiche esigenze dell'individuo. Quali sono gli obiettivi del sostegno psicologico?L'obiettivo principale del sostegno psicologico è quello di garantire continuità e contenimento in momenti in cui il soggetto si sente vulnerabile o sopraffatto. Quando parliamo di "capacità di coping", ci riferiamo alla capacità dell'individuo di affrontare le avversità e trovare strategie per adattarsi a situazioni complesse. Un intervento di sostegno psicologico è utile a:
A chi è rivolto il sostegno psicologico?Il sostegno psicologico è accessibile a tutti, non solo a coloro che si trovano in situazioni di crisi. Anche persone che stanno vivendo momenti di stress o incertezze quotidiane possono trovare giovamento da questo tipo di intervento. In particolare, il sostegno psicologico si rivela utile in situazioni come:
Le modalità di intervento del sostegno psicologicoLe modalità di sostegno psicologico possono variare, includono diverse tecniche come ad esempio:
Perché cercare un sostegno psicologico?Il sostegno psicologico rappresenta un'opportunità per sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e migliorare le proprie capacità di affrontare le sfide della vita. Non è solo un aiuto nei momenti difficili, ma anche un percorso di crescita personale che favorisce il benessere e la salute.
Investire nel proprio sostegno psicologico significa dare valore alla propria salute mentale, riconoscendo l'importanza di affrontare le difficoltà con strumenti adeguati e il supporto di un professionista. Non esitare a cercare aiuto: il primo passo verso una vita più equilibrata e soddisfacente è spesso quello di chiedere supporto. Settembre è il mese dove tutto è ricominciato. E c’è chi inizia proprio una nuova avventura, chiamata scuola primaria, a cui partecipa l’intera famiglia. I genitori infatti spesso si chiedono se il proprio figlio sia effettivamente pronto ad affrontare questo grande passo: la scuola, apprendere le diverse materie, star seduto, ascoltare, intervenire, fare i compiti, relazionarsi in una nuova classe. Per noi professioniste in studio, questo è un tema caldo, anzi caldissimo! Per cui oggi in questo articolo verrà trattato il tema dei prerequisiti alla scuola primaria. Cosa sono e quali sono i prerequisiti per la scuola primaria?I prerequisiti per la scuola primaria sono abilità innate che evolvono sin dai 5 anni di età, vengono potenziate durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia e anche durante la vita quotidiana in modo indiretto. I principali prerequisiti sono:
Nell’articolo verranno approfondite le capacità inerenti alla sfera linguistica, illustrando quindi le competenze metafonologiche ossia le abilità che servono poi per leggere e scrivere. Cosa sono e quali sono le competenze metafonologiche?I bambini, a partire dai 5 anni, quando padroneggiano il linguaggio orale nelle varie e diverse componenti (i fonemi, le frasi e il racconto), possono iniziare a fare ragionamenti sul linguaggio stesso promuovendo così il pensiero astratto. Ecco quindi che entra in campo la metafonologia: la capacità di riconoscere per via uditiva i fonemi (le lettere) che compongono le parole e saperli manipolare in modo autonomo al di là del significato della parola stessa. Le abilità metafonologiche si dividono in due categorie: globale e analatica.
Quali sono le abilità metafonologiche globali?È importante che i bambini arrivino alla scuola primaria con il loro bagaglio di competenze metafonologiche globali (riguardo la sillaba) altrimenti faranno fatica a sviluppare quelle complesse, ossia analitiche, e poi anche a leggere e scrivere più in generale. Le competenze metafonologiche che riguardano la sillaba sono:
Come stimolare le abilità metafonologiche?Esistono semplici giochi, che possono assomigliare a indovinelli, da fare assieme ai vostri bambini per stimolare queste capacità. Eccone alcuni!
Difficoltà nelle abilità metafonologiche? Intervenire subito è meglioPossono esserci difficoltà nei compiti sopra descritti, le cause possono essere molteplici e sicuramente i professionisti sapranno individuarle.
Potrebbero essere bambini di 6 anni che non hanno ancora sviluppato un adeguato linguaggio orale, con difficoltà di pronuncia ad esempio. Ancora potrebbero essere presenti difficoltà nell’espressione verbale più in generale: a raccontare un episodio o una semplice storia. In questi casi è bene intervenire immediatamente affinché venga fatta una valutazione specifica del linguaggio, nelle sue componenti recettiva ed espressiva, per approfondire tale carenza. Le competenze metafonologiche sono alla base del corretto sviluppo della letto-scrittura! Chiedi un consiglio alle nostre logopediste. Il mio koala: 6 incontri su massaggio infantile, svezzamento e sviluppo motorio dei neonati7/9/2024 A grande richiesta, torna quest'anno la seconda edizione del percorso dedicato a genitori e bambini, organizzato dallo Studio Paroliamo in collaborazione con Elisa Callegaro, insegnante di Massaggio Infantile AIMI. Il programma prevede sei incontri a Monselice, pensati per offrire occasioni di riflessione, sostegno, condivisione e attenzione, sia per le mamme che per i papà, insieme ai loro bambini. I temi principali degli incontri saranno il massaggio infantile, la pappa e lo svezzamento, lo sviluppo motorio nel primo anno di vita. 5 incontri sul massaggio infantile A.I.M.I.Con Elisa Callegaro Sabato 21 e 28 settembre 2024 Sabato 5, 12 e 19 ottobre 2024 Dalle 10.00 alle 11.30 Il massaggio infantile è una pratica che favorisce il legame tra genitori e bambini attraverso il contatto fisico delicato e consapevole. Aiuta a rilassare il bambino, a migliorare il suo benessere fisico ed emotivo, e a rafforzare la comunicazione non verbale. È spesso utilizzato per alleviare coliche, migliorare il sonno e promuovere uno sviluppo armonioso. 1 incontro sui temi svezzamento e sviluppo motorioSabato 26 ottobre 2024 dalle 10.00 alle 11.30 Con Dott. Carolina Rossi Logopedista e Dott. Luisa Ferrato Neuropsicomotricista Con la partecipazione di Dott. Caterina Scarparo Odontoiatra Pediatrica Info e contattiGli incontri si svolgeranno presso:
STUDIO PAROLIAMO Via Fratelli Cervi, 25 Monselice (PD) CONTATTI Tel: 340.2539556 Mail: [email protected] FB: ec.ioeilmiokoala In questo articolo parleremo di un argomento fondamentale per lo sviluppo motorio dei neonati: il "tummy time". Se siete genitori alle prime armi o avete semplicemente bisogno di chiarimenti su quando e come iniziare, siete nel posto giusto. Cos'è il Tummy Time?Il "tummy time" è un termine inglese che si riferisce al tempo che un neonato trascorre sdraiato a pancia in giù durante le ore di veglia. Questa pratica è cruciale per il corretto sviluppo muscolare e motorio del bambino. Aiuta a rafforzare i muscoli del collo, delle spalle e della schiena, essenziali per tappe di sviluppo come il rotolamento, il sedersi e il gattonare. Tummy Time: quando iniziare?L'American Academy of Pediatrics raccomanda di iniziare il tummy time fin dai primi giorni di vita. Anche pochi minuti al giorno possono fare la differenza. È importante ricordare che il tummy time deve avvenire solo quando il bambino è sveglio e sotto stretta supervisione. Mai lasciare un neonato incustodito durante questa attività. Tummy Time: 4 consigli per iniziareEcco alcuni suggerimenti per iniziare in modo sicuro ed efficace:
I benefici del Tummy TimeI benefici del tummy time sono numerosi e vanno oltre il rafforzamento muscolare. Questa pratica può prevenire la plagiocefalia posizionale, una condizione in cui la testa del neonato assume una forma piatta a causa del tempo trascorso sdraiato sulla schiena. Inoltre, il tummy time stimola lo sviluppo delle abilità motorie grossolane, come il controllo della testa e del tronco, e favorisce la coordinazione occhio-mano. Chiedi supporto al neuropsicomotricistaIl tummy time è una componente essenziale per il sano sviluppo dei neonati. Iniziare presto e fare di questa pratica una parte regolare della routine quotidiana può portare a benefici significativi a lungo termine. Ricordate, ogni bambino è unico e può avere tempi di adattamento diversi. L'importante è essere pazienti, costanti e creare un ambiente positivo e stimolante per il vostro piccolo.
Per ulteriori consigli e informazioni sullo sviluppo infantile, non esitate a contattarci. Siamo qui per supportarvi nel meraviglioso viaggio della crescita del vostro bambino! |
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