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Settembre è il mese dove tutto è ricominciato. E c’è chi inizia proprio una nuova avventura, chiamata scuola primaria, a cui partecipa l’intera famiglia. I genitori infatti spesso si chiedono se il proprio figlio sia effettivamente pronto ad affrontare questo grande passo: la scuola, apprendere le diverse materie, star seduto, ascoltare, intervenire, fare i compiti, relazionarsi in una nuova classe. Per noi professioniste in studio, questo è un tema caldo, anzi caldissimo! Per cui oggi in questo articolo verrà trattato il tema dei prerequisiti alla scuola primaria. Cosa sono e quali sono i prerequisiti per la scuola primaria?I prerequisiti per la scuola primaria sono abilità innate che evolvono sin dai 5 anni di età, vengono potenziate durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia e anche durante la vita quotidiana in modo indiretto. I principali prerequisiti sono:
Nell’articolo verranno approfondite le capacità inerenti alla sfera linguistica, illustrando quindi le competenze metafonologiche ossia le abilità che servono poi per leggere e scrivere. Cosa sono e quali sono le competenze metafonologiche?I bambini, a partire dai 5 anni, quando padroneggiano il linguaggio orale nelle varie e diverse componenti (i fonemi, le frasi e il racconto), possono iniziare a fare ragionamenti sul linguaggio stesso promuovendo così il pensiero astratto. Ecco quindi che entra in campo la metafonologia: la capacità di riconoscere per via uditiva i fonemi (le lettere) che compongono le parole e saperli manipolare in modo autonomo al di là del significato della parola stessa. Le abilità metafonologiche si dividono in due categorie: globale e analatica.
Quali sono le abilità metafonologiche globali?È importante che i bambini arrivino alla scuola primaria con il loro bagaglio di competenze metafonologiche globali (riguardo la sillaba) altrimenti faranno fatica a sviluppare quelle complesse, ossia analitiche, e poi anche a leggere e scrivere più in generale. Le competenze metafonologiche che riguardano la sillaba sono:
Come stimolare le abilità metafonologiche?Esistono semplici giochi, che possono assomigliare a indovinelli, da fare assieme ai vostri bambini per stimolare queste capacità. Eccone alcuni!
Difficoltà nelle abilità metafonologiche? Intervenire subito è meglioPossono esserci difficoltà nei compiti sopra descritti, le cause possono essere molteplici e sicuramente i professionisti sapranno individuarle.
Potrebbero essere bambini di 6 anni che non hanno ancora sviluppato un adeguato linguaggio orale, con difficoltà di pronuncia ad esempio. Ancora potrebbero essere presenti difficoltà nell’espressione verbale più in generale: a raccontare un episodio o una semplice storia. In questi casi è bene intervenire immediatamente affinché venga fatta una valutazione specifica del linguaggio, nelle sue componenti recettiva ed espressiva, per approfondire tale carenza. Le competenze metafonologiche sono alla base del corretto sviluppo della letto-scrittura! Chiedi un consiglio alle nostre logopediste.
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Il mio koala: 6 incontri su massaggio infantile, svezzamento e sviluppo motorio dei neonati7/9/2024 A grande richiesta, torna quest'anno la seconda edizione del percorso dedicato a genitori e bambini, organizzato dallo Studio Paroliamo in collaborazione con Elisa Callegaro, insegnante di Massaggio Infantile AIMI. Il programma prevede sei incontri a Monselice, pensati per offrire occasioni di riflessione, sostegno, condivisione e attenzione, sia per le mamme che per i papà, insieme ai loro bambini. I temi principali degli incontri saranno il massaggio infantile, la pappa e lo svezzamento, lo sviluppo motorio nel primo anno di vita. 5 incontri sul massaggio infantile A.I.M.I.Con Elisa Callegaro Sabato 21 e 28 settembre 2024 Sabato 5, 12 e 19 ottobre 2024 Dalle 10.00 alle 11.30 Il massaggio infantile è una pratica che favorisce il legame tra genitori e bambini attraverso il contatto fisico delicato e consapevole. Aiuta a rilassare il bambino, a migliorare il suo benessere fisico ed emotivo, e a rafforzare la comunicazione non verbale. È spesso utilizzato per alleviare coliche, migliorare il sonno e promuovere uno sviluppo armonioso. 1 incontro sui temi svezzamento e sviluppo motorioSabato 26 ottobre 2024 dalle 10.00 alle 11.30 Con Dott. Carolina Rossi Logopedista e Dott. Luisa Ferrato Neuropsicomotricista Con la partecipazione di Dott. Caterina Scarparo Odontoiatra Pediatrica Info e contattiGli incontri si svolgeranno presso:
STUDIO PAROLIAMO Via Fratelli Cervi, 25 Monselice (PD) CONTATTI Tel: 340.2539556 Mail: [email protected] FB: ec.ioeilmiokoala Spesso si pensa al logopedista come ad un terapista per i più piccoli, ma in realtà si tratta di un professionista che lavora con gli adulti molto più di quanto si creda! Quando il logopedista interviene sul paziente adulto, spesso il suo obiettivo è aiutarlo ad affrontare la perdita di una capacità. Il logopedista diventa un alleato prezioso per i pazienti adulti che hanno problemi di comunicazione o di deglutizione. Grazie alla sua dedizione e competenza, il logopedista per adulti aiuta queste persone a superare le loro difficoltà e a migliorare la loro qualità di vita. Anche presso il nostro Studio ci occupiamo di pazienti adulti, in particolare in questi casi. Danni cerebraliQuando il cervello subisce improvvisamente un danno, ad esempio nel caso degli ictus e dei traumi cranici, può succedere che alcune sue funzioni si riducano. Può capitare che le capacità comunicative e linguistiche siano danneggiate (come nel caso dell’afasia e della disartria) e la persona potrebbe non comprendere più ciò che le viene detto oppure potrebbe non essere più in grado di esprimersi adeguatamente. In questi casi la terapia logopedica è di fondamentale importanza perché aiuta a ripristinare il più possibile le funzioni linguistiche e comunicative compromesse dal danno. La terapia logopedica può aiutare a migliorare la capacità di parlare, comprendere il linguaggio, leggere, scrivere e comunicare in generale, migliorando la qualità della vita del paziente e aiutandolo a reintegrarsi nella società. Interventi precoci e intensivi da parte di un logopedista possono portare a risultati migliori e più duraturi nel recupero delle funzioni compromesse. Altre volte, il danno cerebrale intacca i meccanismi della deglutizione (è il caso della disfagia), riducendo la capacità di nutrirsi adeguatamente. Il logopedista svolge un ruolo fondamentale nella gestione e nel trattamento delle difficoltà di deglutizione, che spesso hanno un impatto significativo sulla salute e sulla qualità di vita di un individuo. Il logopedista pianifica un programma di trattamento personalizzato per migliorare le capacità di deglutizione e ridurre il rischio di complicanze. Interventi chirurgiciLa terapia logopedica è di fondamentale importanza nel caso di interventi chirurgici che causano difficoltà a parlare o deglutire, poiché aiuta a ripristinare la funzionalità e le capacità del paziente. Potrebbe modificarsi la qualità della voce (in questi casi si parla di disfonia) dopo alcuni tipi di interventi, soprattutto quelli che coinvolgono le corde vocali, ma anche quelli che riguardano altre zone del distretto testa-collo o gli interventi di cardiochirurgia. L’intervento del logopedista è fondamentale per aiutare il paziente a riappropriarsi della propria voce e a migliorare la chiarezza e la fluidità del discorso. Negli stessi interventi chirurgici, un’altra complicanza possibile è la difficoltà di deglutizione (la già citata disfagia). In questo caso il logopedista attua un percorso riabilitativo volto a garantire l’assunzione di una dieta il più possibile varia in termini di consistenze, a fronte del mantenimento di un rischio il più basso possibile. Invecchiamento, demenze e patologie neurodegenerativeIl logopedista per adulto svolge un ruolo chiave anche nell'invecchiamento, nelle demenze e nelle altre patologie neurodegenerative in quanto è in grado di fornire interventi mirati per migliorare la comunicazione e la deglutizione dei pazienti. Nell'invecchiamento, è comune che insorgano problemi di comunicazione (possono comparire tratti di disartria o di afasia) e difficoltà sensoriali che ostacolano la comunicazione (la sordità o presbiacusia). Nelle demenze e nelle altre patologie neurodegenerative, la comunicazione può essere ulteriormente compromessa a causa del progressivo decadimento cognitivo. Il logopedista può aiutare la persona a mantenere le proprie abilità il più a lungo possibile, portandola a conservare la propria autonomia e la partecipazione alla vita sociale. Queste condizioni spesso portano anche ad un deterioramento delle abilità di deglutizione (quadri di disfagia o presbifagia). Anche qui il logopedista interviene con percorsi riabilitativi o compensativi per condurre il paziente nella strada che lo porta a mantenere le proprie abilità e un rischio di complicanze basso. SorditàIl logopedista riveste un ruolo fondamentale nel trattamento delle problematiche uditive anche in età adulta (ipoacusia o presbiacusia), poiché è in grado di aiutare la persona ad acquisire e migliorare le capacità di comunicazione. Può fornire interventi mirati per migliorare la capacità di comprensione del linguaggio parlato, al fine di massimizzare il suo benessere e la sua qualità di vita, favorendone l'autonomia e l'inclusione sociale e consentendogli di superare le barriere comunicative e di vivere una vita piena e soddisfacente nonostante i limiti sensoriali. Quando la logopedia può aiutare in età adulta?Ricapitolando, abbiamo visto quindi quando gli adulti si rivolgono ad un logopedista:
Torna quest'anno il percorso dedicato a genitori e bambini, promosso dallo Studio Paroliamo in collaborazione con Elisa Callegaro, insegnante di Massaggio Infantile AIMI. Saranno sei incontri a Monselice, progettati per offrire momenti di riflessione, supporto, confronto e cura sia per la mamma che per il papà, insieme al proprio bambino. Cos'è e perché è importante il massaggio infantile?Il massaggio infantile rappresenta un potente strumento per consolidare il legame con i nostri piccoli. Non si tratta solamente di apprendere una tecnica, ma di perfezionare un'attitudine: quella di comunicare in modo profondo con il nostro neonato. Questa pratica, radicata in numerose culture da tempi antichi, sta vivendo una rinascita anche nel mondo occidentale, con il contributo di organizzazioni come l'A.I.M.I. (Associazione Italiana Massaggio Infantile), di cui la specialista che coordina gli incontri è membro. Il massaggio infantile è importante poiché favorisce lo sviluppo fisico, emotivo e cognitivo del bambino. Aiuta a rafforzare il sistema immunitario, allevia le tensioni muscolari, promuove il rilassamento e migliora il sonno. Inoltre, costituisce un momento prezioso di connessione e di intimità tra genitore e figlio, contribuendo così alla costruzione di un legame sicuro e affettuoso fin dai primi giorni di vita. 5 incontri sul massaggio infantile A.I.M.I a MonseliceCon Elisa Callegaro 9, 16, 23, 30 marzo 2024 6 aprile 2024 Dalle 10.00 alle 12.30 1 incontro sui temi svezzamento e sviluppo motorio13 aprile 2024 dalle 10.00 alle 11.30 Con Dott. Carolina Rossi Logopedista e Dott. Luisa Ferrato Neuropsicomotricista Con la partecipazione di Dott. Caterina Scarparo Odontoiatra Pediatrica Info e contattiGli incontri si svolgeranno presso:
STUDIO PAROLIAMO Via Fratelli Cervi, 25 Monselice (PD) CONTATTI Tel: 340.2539556 Mail: [email protected] FB: ec.ioeilmiokoala La respirazione corretta, si sa ormai, è quella nasale ossia l’aria deve entrare dal naso fino ad arrivare ai polmoni. Nella vita lavorativa, e non solo, capita molte volte di osservare bambini (e tanti ragazzi o adulti) che respirano attraverso la bocca. Per cui il tipico atteggiamento che si nota è quello di bocca aperta, molte volte con labbra screpolate o secche, narici più chiuse e allungate verso il basso, a volte si notano occhiaie e spesso si accompagna un senso di stanchezza indice di una non corretta ossigenazione. Molte possono essere le cause di una respirazione orale tra cui quelle infiammatorie temporanee o croniche (raffreddore o ipertrofia adenoidea), quadri sindromici o ancora errate abitudini comportamentali. 3 consigli per promuovere la respirazione nasale
La respirazione corretta si fa con il naso!Ricorda che una corretta respirazione nasale ti protegge da molte patologie dell’apparato respiratorio e non solo: i benefici di una buona respirazione si estendono a tutto l’organismo!
Per qualsiasi dubbio o consulenza, non esitare a contattare la nostra logopedista esperta in funzioni orali dr.ssa Carolina Rossi. Cos'è la disfonia?La disfonia è un disturbo della voce che può influire sulla capacità di comunicare nella vita di tutti i giorni. Quando si pensa alla voce, normalmente si immaginano le parole che vengono pronunciate, ma oltre alle parole c’è un grande complesso di muscoli e altre strutture che cooperano per fonare, cioè per produrre la voce. Gli strumenti da cui scaturisce la voce sono le corde vocali, che si trovano nella laringe. Le corde vocali restano generalmente aperte, ma quando si chiudono iniziano a vibrare grazie al passaggio dell’aria che arriva dai polmoni, producendo un suono: la voce. Quando non funzionano correttamente, ecco che si parla di disfonia. Che cosa si nasconde dietro alla disfonia?Esistono diverse ragioni che possono provocare la disfonia. Queste cause possono essere raggruppate in tre aree: funzionali, organiche e psicogene. Le disfonie funzionaliUna delle origini più comuni dei disturbi della voce è l’abuso o maluso della voce. Urlare, parlare troppo forte, sussurrare, cantare senza tecnica e tante altre azioni sono tutti meccanismi che possono sforzare le corde vocali e causare difficoltà nella produzione della voce. Le disfonie organicheUna laringoscopia, cioè un esame endoscopico che permette di visualizzare la laringe, permette di identificare se ci sono anomalie a livello delle corde vocali. Queste includono escrescenze che alterano la vibrazione delle corde vocali: noduli, polipi, cisti, granulomi, tumori benigni. Altre condizioni che modificano il suono della voce sono infezioni o infiammazioni, come le laringiti. In altri casi, la disfonia può essere dovuta a condizioni maligne, come il carcinoma squamocellulare. Le disfonie psicogeneIn alcune situazioni l’equilibrio tra mente e corpo viene meno: questa condizione di difficoltà causa la produzione di una voce diversa. Una persona può modificare volontariamente o involontariamente la propria voce, che non corrisponde più alla propria. Le disfonie a origine mistaQuesti tre tipi di patologia vocale non sono compartimenti separati, ma dialogano molto tra loro, tanto che a volte la disfonia può avere cause molteplici. L’esempio più eclatante è quello del reflusso gastroesofageo da stress psicologico, una situazione di malessere che porta l’organismo a funzionare in modo imperfetto, cosicché il contenuto acido dello stomaco può riversarsi nella laringe, che si infiamma e causa cambiamenti di voce. Come capisco sono disfonico o disfonica?I sintomi della disfonia possono variare da persona a persona, ma ecco una lista di interrogativi che potrebbero aiutare a capire se la voce ha qualche problema:
A chi devo rivolgermi se la mia voce ha qualche problema?I professionisti che possono intervenire sulla voce sono molteplici. I primi sono sempre il foniatra o otorinolaringoiatra e il logopedista. Seguono altre figure che possono dare il loro contributo, come psicologo, fisioterapista e osteopata, infermiere. Che cosa fanno il foniatra e l'otorinolaringoiatra?Il foniatra, o anche l’otorinolaringoiatra, svolge un ruolo di fondamentale importanza nella diagnosi della disfonia. Le sue competenze permettono di individuare le cause alla base del problema, mediante uno scrupoloso esame della voce del paziente. Attraverso anamnesi medica e procedure strumentali, il foniatra valuta la qualità della voce, identificando eventuali alterazioni. Il foniatra è il medico che conosce approfonditamente anatomia e fisiologia delle corde vocali, perciò riesce a distinguere le disfonie organiche, causate da problemi anatomici o patologie organiche, dalle disfonie funzionali, legate a tensioni muscolari o uso improprio della voce. È lo specialista che individua il percorso terapeutico ottimale e personalizzato: solitamente propone la rieducazione logopedica e, nei casi più gravi, l’intervento chirurgico. Che cosa fa il logopedista?Il logopedista gioca un ruolo cruciale nella cura della disfonia. È un professionista sanitario specializzato nella valutazione e nel trattamento delle diverse problematiche legate alla voce, aiutando in questo modo le persone a recuperare la loro capacità di parlare in modo efficiente. Prima di iniziare il trattamento, il logopedista esegue una valutazione attenta della voce del paziente, sia attraverso il colloquio anamnestico sia mediante un accurato ascolto dei vari aspetti della voce. Il logopedista, spesso su prescrizione del medico foniatra, elabora un piano di trattamento personalizzato, che può includere esercizi specifici per la rieducazione dei muscoli coinvolti nella produzione della voce. Durante il percorso logopedico il professionista guida il paziente, seduta dopo seduta, a trovare la modalità migliore per produrre una voce facile ed eufonica, riducendo lo sforzo muscolare al minimo. Al contempo, il logopedista fornisce informazioni sull’uso della voce, consigli di igiene vocale, modalità di idratazione delle corde vocali, strategie per evitare recidive o peggioramenti della disfonia. Il punto di forza della rieducazione logopedica della voce è l’approccio personalizzato, indispensabile per consentire alla persona disfonica di ritornare ad essere padrona della propria voce e comunicare in maniera efficace. Che cosa fa lo psicologo?Anche lo psicologo può avere la sua parte nella cura della disfonia. Attraverso un approccio empatico ma professionale, aiuta il paziente a comprendere le cause psicologiche o emotive che possono contribuire alla comparsa o al peggioramento del disturbo. Lavorando assieme, psicologo e paziente indentificano le strategie per gestire stress, emozioni negativi e altri aspetti psicologici legati alla voce, consentendo così un progresso significativo nella riabilitazione verso il recupero di una voce sana. Che cosa fanno il fisioterapista e l'osteopata?Il fisioterapista e l’osteopata sono due figure professionali che possono intervenire sulle tensioni nella muscolatura cervicale e laringea e sul muscolo diaframma. Attraverso valutazioni e specifici esercizi e manipolazioni, questi professionisti aiutano a rilassare e/o potenziare i muscoli coinvolti nella produzione vocale. Possono fornire indicazioni per migliorare la postura e la respirazione, elementi essenziali per avere una voce sana. Che cosa fa l'infermiere?L’infermiere di solito entra in gioco nelle disfonie più gravi, specialmente quelle che richiedono un trattamento chirurgico. Sostiene il paziente durante il percorso terapeutico, occupandosi di fornirgli informazioni chiare sulle terapie farmacologiche e/o sulla gestione delle lesioni provocate dalla chirurgia. Credo di avere un problema di voce, da dove inizio?Siamo a disposizione per individuare e suggerire il percorso migliore!
Il linguaggio è una funzione cognitiva estremamente complessa che, in situazioni di sviluppo tipico, ovvero in assenza di deficit o di rischio ambientale, viene in genere acquisita con apparente facilità e naturalezza (Kuhl, 2010). Non tutti i bambini seguono, però, le tappe dello sviluppo linguistico: alcuni presentano ritardo nello sviluppo di tali tappe, altri uno sviluppo non solo ritardato ma anche deviante. Cos'è il disturbo primario di linguaggio?Il disturbo primario di linguaggio è un disturbo del neuro-sviluppo, presente in età prescolare, che consiste nella difficoltà del bambino di acquisire i suoni della lingua a cui è esposto. Si definisce come primario perché si manifesta in assenza di altri deficit di tipo neurologico, cognitivo, sensoriale, motorio, affettivo o carenze socio-ambientali. Nel manuale diagnostico DSM-V i disturbi primari di linguaggio vengono classificati appunto nella categoria dei disturbi del neuro-sviluppo, più nello specifico all’interno del capitolo dei disturbi della comunicazione perché possono essere di diverse tipologie:
Quanti bambini soffrono di DPL (Disturbo Primario di Linguaggio)?I Disturbi di linguaggio e della comunicazione costituiscono il disordine dello sviluppo più frequente in età evolutiva. I dati epidemiologici indicano una incidenza del 5-7% di tale disturbo, con prevalenza nei bambini maschi. Da recenti studi è stato evidenziato come circa l’11-13% di bambini di età compresa tra i 18 e i 36 mesi presenti un ritardo nella comparsa del linguaggio espressivo e, nei casi più gravi, il ritardo comprenda anche la componente recettiva del linguaggio. Questi bambini sono definiti come parlatori tardivi (late talkers), la loro prognosi è generalmente buona perché nel 70% dei casi la produzione linguistica migliora entro i 3 anni raggiungendo poi le performance attese nello sviluppo tipico. Come riconoscere e diagnosticare il Disturbo Primario di Linguaggio?Nel caso in cui il gap non venga colmato e le difficoltà linguistiche persistano allora si può parlare di disturbo di linguaggio. La diagnosi può essere fatta dopo i 3 anni di età, a seguito di un’accurata valutazione clinica. A fini diagnostici e, successivamente, riabilitativi la valutazione deve comprendere vari aspetti del linguaggio nelle componenti recettiva ed espressiva:
3 consigli della logopedista sul DPL
Sospetti che tu* figli* abbia un Disturbo di Linguaggio?Il 6 marzo è un giorno dedicato alla Giornata Europea della Logopedia. In questo 2023 la giornata è dedicata al valore aggiunto dei logopedisti in area critica, dalle terapie intensive alle stroke unit. Nei casi di terapia intensiva infatti, la logopedia è necessaria nel 60% dei pazienti in quanto la deglutizione e il linguaggio potrebbero essere a rischio senza un intervento immediato. L’intervento del logopedista è molto importante in questi casi per la valutazione, la gestione e la riabilitazione di disturbi acquisiti. Il ruolo del logopedista in area criticaDopo il ricovero in terapia intensiva, una percentuale del 62% dei pazienti riscontra difficoltà nel deglutire e nell'alimentarsi, oltre a problemi di comunicazione dovuti all'intubazione, alla sedazione o alla malattia. Nei pazienti colpiti da ictus ricoverati nelle Stroke Unit, circa il 30% manifesta problemi di afasia, mentre i ricoveri di bambini nelle Terapie Intensive Neonatali che richiedono una valutazione e un monitoraggio della possibilità di nutrirsi per bocca sono in costante aumento. In queste situazioni critiche, il supporto dei logopedisti è fondamentale per la valutazione funzionale e la riabilitazione dei disturbi della deglutizione, della comunicazione e del linguaggio. Tuttavia, in tutta Italia ci sono solo 60 professionisti impegnati in questo ambito e spesso vengono chiamati solo per consulenze occasionali, invece di far parte del team in modo integrato. Con l'aumento dei ricoveri in terapia intensiva durante la pandemia di Covid-19, il coinvolgimento dei logopedisti è diventato ancora più importante. Per questo motivo, la Giornata Europea della Logopedia del 6 marzo è dedicata al ruolo dei logopedisti in area critica. La Federazione dei Logopedisti Italiani mette a disposizione dei cittadini i propri contatti per rispondere a domande e dubbi per una settimana intera, dal 6 al 10 marzo 2023. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.fli.it e sui social della Federazione. Quali sono gli interventi del logopedista in area critica?Il logopedista in area critica si occupa principalmente della gestione delle difficoltà di deglutizione e dei disturbi cognitivo-comunicativi. Dopo essere stati estubati, il 62% dei pazienti in terapia intensiva presenta problemi di deglutizione e disfagia a causa di diverse cause come:
Un intervento del logopedista è fondamentale per ridurre la probabilità di disfagia o risolverla perché, come spiega Raffaella Citro, logopedista delegata della FLI per la European Speech And Language Therapy Association (ESLA) e coordinatrice della Giornata Europea 2023, “La disfagia si associa a tempi più lunghi prima di tornare ad alimentarsi per via orale, con un aumento del rischio di malnutrizione e disidratazione. Aumentano anche la durata del ricovero e il rischio di polmoniti, di reintubazione e di mortalità, soprattutto nei pazienti più anziani. L’intervento del logopedista può scongiurare queste evenienze e si è rivelato di grande aiuto anche nelle Terapie Intensive Neonatali, dove sono in aumento i bambini clinicamente complessi, oggi pari a 15-19 su 100.000: anche in questo caso la valutazione del logopedista aiuta a capire se e quando il piccolo possa deglutire e alimentarsi da solo oppure se abbia necessità di una nutrizione enterale”. Fonte: fli.it
Lo sviluppo del linguaggio nella prima infanzia rappresenta una preziosa conquista nel processo di crescita del bambino. La comparsa delle prime parole e lo sviluppo delle prime frasi avvengono, di fatto, mentre il bambino è impegnato nel conseguimento di altre competenze fondamentali: camminare, giocare, esprimere richieste e stabilire relazioni sociali. I genitori possono spesso provare entusiasmo e sorpresa rispetto alle tempistiche e alle modalità attraverso cui il bambino inizia a sviluppare spontaneamente il linguaggio; talvolta, invece, possono presentare dubbi e preoccupazioni dinanzi a una produzione verbale limitata, da cui possono derivare ulteriori incertezze rispetto alla qualità della stimolazione linguistica offerta al proprio piccolo. In questo articolo proponiamo 5 tips preziose per supportare lo sviluppo del linguaggio nella prima infanzia. Si tratta di consigli utili non solo per genitori, futuri genitori e nonni, ma anche indirizzabili a chiunque si trovi a interagire con bambini impegnati nella costruzione del proprio linguaggio e che voglia fornire un tassello utile in questo importante processo! 5 consigli per supportare lo sviluppo del linguaggio1. Poniti “alla giusta altezza!”Porsi all’altezza del bambino, durante le interazioni, gli consente di mantenere il contatto oculare con l’adulto e di dirigere la sua attenzione ad alcuni aspetti:
2. “Say less!”, ovvero “Parla di meno!”L’eccessiva lunghezza delle frasi e le velocità del parlato spesso non favoriscono la comprensione da parte del bambino e rendono più difficile l’elaborazione dello stimolo uditivo. Senza dubbio, il modello analogo a quello adulto è fondamentale e per l’acquisizione di strutture e termini più elaborati, ma può essere ricercato in modo progressivo. Nella prima infanzia, sono quindi preferibili frasi semplici e con elementi accessibili e conosciuti dal bambino, poiché questo lo aiuterà ad elaborare le informazioni principali e lo renderà partecipe e coinvolto nel corso della conversazione. 3. Amplia la sua produzioneQuando il bambino tende a produrre singole parole, a prescindere che la forma sia corretta o semplificata, può essere buona norma ripeterle secondo il nostro modello e ampliarle in termini di significato. Ad esempio, davanti alla figura di un coccodrillo il bambino dice “tottodillo” possiamo riprendere con “Si! Un coccodrillo! È proprio un coccodrillo! Il coccodrillo è grande (associando eventualmente il gesto con le braccia aperte per fornire l’idea delle dimensioni) e verde! (indicando il colore)”. 4. Prediligere le routineLe situazioni in cui il linguaggio appare altamente ripetitivo e prevedibile sono una sicurezza per il bambino. Il momento della pappa, del bagnetto e della vestizione, ad esempio, offrono la possibilità di familiarizzare con il vocabolario di base e favoriscono la memorizzazione di nuovi termini, grazie all’utilizzo di un numero definito di materiali strettamente legati al contesto. Inoltre, le routine sostengono il bambino nell’elaborazione di semplici frasi. Facciamo un esempio: “PRENDO il pane, PRENDO il coltello, METTO la marmellata SUL pane: ecco FATTO! È pronto un buonissimo panino! Io MANGIO il panino”. Può essere altrettanto utile associare una canzoncina a una routine specifica, la quale aiuterà il bambino a comprendere che è arrivato il momento di svolgere una precisa attività (ad esempio, canteremo la canzone della “nanna” prima di avviarci per il consueto riposino). Oltre al beneficio della prevedibilità e della ripetitività, filastrocche e canzoni presentano un linguaggio semplice e intuitivo, sottolineando gli aspetti emotivi legati alla comunicazione. 5. Pianifica e favorisci il turno di parolaDavanti a una possibile difficoltà di linguaggio, il genitore può diventare interprete dei bisogni e degli interessi del bambino, anticipando le sue risposte e intervenendo a supporto delle sue produzioni. Anche all’interno di semplici scambi comunicativi, è importante che il bambino percepisca che il suo contributo conta! Il genitore può essere un valido aiuto per il bambino, in primis, offrendogli la possibilità di partecipare allo scambio con i mezzi alla sua portata. Le domande chiuse (ad esempio “vuoi il palloncino?”), che prevedono una risposta in termini di “sì/no”, prevedono un ridotto coinvolgimento e possono risultare poco stimolanti sul piano verbale. D’altro canto, le domande eccessivamente ampie (ad esempio “cosa vuoi bere?” oppure “cosa hai fatto oggi?”) aprono un set di risposte potenzialmente infinito e possono mettere in difficoltà i bambini sia in termini di scelta, sia in termini di accesso al lessico, sia in termini di accuratezza articolatoria. Se non capito, il piccolo potrà percepire frustrazione e perdere interesse verso lo scambio. Le domande a scelta binaria, con un set limitato di risposte, possono risultare più stimolanti nelle prime fasi dello sviluppo linguistico perché:
I tuoi figli stanno inziando a parlare?Chiedi un consiglio alle nostre logopediste! Ti possono aiutare a comprendere i loro bisogni e ad aiutarli a muovere i primi "passi" nel mondo del linguaggio!
Quando si può iniziare la terapia logopedica? Questa è una domanda molto gettonata, spesso viene chiesto ai terapisti se il bambino sia in grado di affrontare le sedute di logopedia a “soli” 3 anni. Ebbene sì, anzi sfatiamo un mito: l’intervento precoce è la migliore cura per il bambino! Quando iniziare una terapia con il logopedista?Quando i genitori, magari anche su consiglio del pediatra o di altri specialisti a cui si sono affidati (come neuropsichiatra infantile, otorinolaringoiatra, oppure foniatra od odontoiatra), avvertono delle difficoltà da parte del bambino:
In primis, attraverso tale consulenza i genitori possono chiarire alcuni dubbi; successivamente con la valutazione logopedica si possono mettere in luce i punti di forza e di debolezza del bambino, comprendendo la severità del disturbo ma soprattutto stabilendo degli obiettivi da perseguire proprio attraverso la terapia specifica. Una terapia sia per il bambino che per la famigliaLa terapia logopedica non è rivolta solo al bambino, ma anche alla sua famiglia. Se il bambino è ancora molto piccolo (ad esempio sotto l’anno di età), l’intervento logopedico potrà essere di tipo indiretto ossia sarà rivolto alla famiglia che attraverso strategie e modelli forniti dal logopedista dovrà pian piano stimolare il proprio figlio rispetto agli obiettivi prima definiti. È possibile dunque iniziare un percorso di sedute logopediche anche in tenera età, perché il bambino che non parla, o fa fatica a parlare, non mastica o rifiuta alimenti da masticare, respira dalla bocca e non dal naso è pronto per la terapia logopedica. Sarà cura del terapista adattare il setting a un bambino molto piccolo, usare talune strategie piuttosto che altre al fine di promuovere la crescita del bambino. Si parte sempre da un'accurata valutazioneQualsiasi percorso terapeutico venga intrapreso è fondamentale iniziare con una valutazione clinica. La valutazione logopedica (o screening logopedico) è lo strumento attraverso il quale il logopedista definisce una gerarchia di bisogni e quindi i rispettivi obiettivi da perseguire. Tale valutazione è variabile a seconda dell’età del bambino e del bisogno riportato dalla famiglia o dal paziente stesso. Quali sono le fasi di una valutazione logopedica?La valutazione logopedica è composta da:
La valutazione clinica è il punto cardine della presa in carico di un paziente, deve essere precoce rispetto all’insorgenza della difficoltà, efficace nell’analizzare il disturbo ed economica in termini di risorse investite. Prenota il tuo screening logopedico e |
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