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La balbuzie: come comprendere il disturbo per migliorare la comunicazione

24/10/2025

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La balbuzie, o anche Disturbo della fluenza ad esordio infantile (DSM-5-TR), è un disturbo della comunicazione verbale caratterizzato da alterazioni del ritmo della parola, dette disfluenze.
Attenzione però perché le disfluenze, ossia prolungamenti o ripetizioni del linguaggio orale, non sono sempre indici di balbuzie. Capita spesso che il bambino di età inferiore ai 4 anni, che sta sviluppando il suo linguaggio, possa presentare nel suo discorso esitazioni, prolungamenti di sillabe o di suoni, ripetizione di parole intere. Circa il 10% dei bambini di quest’età può presentare tali sintomi, che poi si risolvono spontaneamente nell’arco dei mesi successivi imparando a pianificare la produzione verbale orale.
La distinzione netta tra le disfluenze del balbuziente dalle normali disfluenze del non balbuziente sta in un insieme di caratteristiche legate alla frequenza, alla collocazione e alla durata della disfluenza. Ad esempio, le ripetizioni e i prolungamenti di parti di parola sono molto più frequenti delle pause e delle revisioni di frase nel balbuziente. Inoltre il bambino con balbuzie balbetta più spesso all'inizio della frase e la durata di ripetizioni e prolungamenti è superiore alle due volte per ciascuna unità (es. "pa-pa-pa-parola" invece di "pa-parola").
La balbuzie è quindi un disturbo della fluenza del linguaggio che si manifesta con interruzioni involontarie del ritmo del parlato come ripetizioni, prolungamenti o blocchi dei suoni. Nonostante possa avere un impatto importante sulla vita quotidiana e sulle relazioni sociali, oggi sappiamo molto di più su come gestirla e affrontarla efficacemente.

Cos'è le balbuzie?

La balbuzie è un disturbo complesso che coinvolge aspetti linguistici, motori, emotivi e sociali. Si manifesta inizialmente in genere tra i 2 e i 6 anni, durante lo sviluppo del linguaggio e può avere un’evoluzione diversa da persona a persona. La frequenza della balbuzie varia dal 5% all’8%, con una maggiore probabilità nei maschi rispetto alle femmine, che varia a seconda dell’età.

Principali tipologie di balbuzie

  1. Balbuzie tonica
    È caratterizzata da blocchi improvvisi all’inizio o nel corso di una parola. La persona “si blocca” e non riesce a far uscire il suono, nonostante lo sforzo.
  2. Balbuzie clonica
    Si manifesta con ripetizioni rapide e involontarie di suoni, sillabe o parole (es. “ma-ma-ma-mamma”). È la forma più comune e spesso la più evidente.
  3. Balbuzie mista
    Combina elementi della forma tonica e clonica, con blocchi e ripetizioni alternati.
  4. Balbuzie situazionale o psicogena
    Non ha origine motoria, ma compare in particolari situazioni emotive o sociali (ansia, stress, paura del giudizio). Può comparire anche in età adulta.

Quali sono le cause della balbuzie?

Le cause della balbuzie sono multifattoriali. Tra i principali fattori riconosciuti:
  • Genetici: la predisposizione familiare è frequente;
  • Neurofisiologici: differenze nell’attività cerebrale legata alla produzione del linguaggio;
  • Linguistici e ambientali: velocità di linguaggio, stimolazione precoce, reazioni dei genitori;
  • Emotivi e psicologici: ansia e insicurezza possono amplificare il disturbo, ma non ne sono la causa primaria.

Come fare la diagnosi di balbuzie?

Essendo un disturbo che coinvolge diversi aspetti della persona – dalla sfera linguistica, a quella motoria, a quella emotivo-relazionale – la diagnosi verrà fatta da diversi specialisti ognuno secondo la propria competenza: neuropsichiatra infantile, logopedista, psicologo.
Importante è individuare e riconoscere precocemente il disturbo, così da agire tempestivamente. È consigliata perciò la consultazione di un centro specializzato per la valutazione e il trattamento dei disturbi della comunicazione verbale per aiutare a inquadrare e affrontare tale difficoltà che non va sottovalutata, in quanto può condizionare fortemente la vita quotidiana e il funzionamento scolastico del bambino.
Chi balbetta spesso prova frustrazione, vergogna o paura del giudizio. Questo può portare a evitare di parlare con altre persone (coetanei o adulti), in contesti sociali (a scuola, a una festa di compleanno), al telefono. Tuttavia, con il giusto supporto, è possibile migliorare in modo significativo la qualità della comunicazione e delle relazioni interpersonali. 
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Consigli pratici per genitori di figli con balbuzie

  • Ascoltare, senza completare le parole o interrompere;
  • Non anticipare il suo pensiero, lasciare esprimere tutto ciò che vuole dire;
  • Mantenere il contatto visivo mostrando interesse, non imbarazzo;
  • Dare tempo e spazio, rispettando il turno comunicativo;
  • Ridurre il numero di domande, preferire commenti rispetto a ciò che è stato detto in modo da favorire la produzione orale del bambino stesso;
  • Evitare di dire “rilassati”, “parla piano”, “prendi un respiro”, perché può aumentare la tensione;
  • Favorire un ambiente accogliente, dove la persona si senta ascoltata.
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