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La tutela dei DSA con la legge 170/2010

3/7/2024

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Negli ultimi vent’anni c’è stato un interesse sempre maggiore da parte delle istituzioni riguardo alla tematica dei DSA, ma è solo a partire dal 2004 che si può tracciare l’origine del percorso normativo che ha portato alla legge 170/2010, con la redazione della circolare ministeriale “Iniziative relative alla dislessia”, che introdusse per la prima volta il concetto di misure compensative e dispensative. Da allora, negli ultimi anni sono stati introdotti gradualmente importanti cambiamenti, sia dal punto di vista clinico e scientifico per quanto riguarda la diagnosi, sia dal punto di vista scolastico per quanto riguarda l’inclusione dei bambini e ragazzi con DSA e gli strumenti a loro supporto nella didattica.

Cosa dice la legge 170/2010 per la tutela dei DSA?

​La promulgazione della Legge nazionale n. 170 dell’8 ottobre 2010 ha costituito un nuovo punto di partenza nel lavoro da svolgere a favore degli studenti con DSA. La legge non solo riconosce e definisce in modo chiaro per la prima volta a livello legislativo i DSA (dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia), garantendone così il riconoscimento e la tutela a livello giuridico, ma definisce anche le misure educative e didattiche di supporto a cui gli studenti con DSA hanno diritto di accedere a scuola. Quest’ultimo aspetto è fondamentale: la legge infatti stabilisce i diritti degli studenti con DSA, tra cui le misure dispensative e compensative, che sono a tutti gli effetti lo strumento principale attraverso cui si garantisce una tutela agli studenti con DSA.

Cosa sono e quali sono le misure compensative e dispensative previste dalla legge 170/2010?

Gli strumenti compensativi sono “mezzi che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria (lettura, scrittura, calcolo), permettendo allo studente di studiare con efficacia”.
Alcuni esempi di strumenti compensativi sono:
  • la calcolatrice
  • il pc
  • le mappe concettuali
  • la sintesi vocale
  • etc.
È importante notare come dalla definizione sia chiaro che questi strumenti non servono ad avvantaggiare lo studente, ma a “sostituire o facilitare la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria”. Questo significa che si valuta quali strumenti servono allo studente per colmare il divario delle difficoltà che lo separano dal resto degli studenti, in modo tale che non sia né svantaggiato né avvantaggiato, ma abbia la possibilità di partire dallo stesso livello di tutti gli altri. Questo è fondamentale perché è necessario comprendere come gli strumenti compensativi siano indispensabili per lo studente con DSA, non siano una mera facilitazione né un vantaggio, ma il mezzo attraverso cui lo studente può apprendere con successo senza dover fare più fatica di tutti gli altri, esattamente come una persona miope ha bisogno degli occhiali da vista per vedere. 
Quando si parla di misure dispensative si fa riferimento ai casi in cui lo studente abbia bisogno di “essere dispensato dall’eseguire prestazioni più difficili, oppure di eseguirle con materiale ridotto o più tempo a disposizione per portare a termine il compito”.
Alcuni esempi sono:
  • evitare la lettura ad alta voce
  • evitare il corsivo o lo stampato minuscolo nella scrittura
  • evitare la scrittura in lingue straniere
  • evitare di prendere appunti a mano
  • copiare alla lavagna o scrivere sotto dettatura
  • disporre di più tempo per completare i compiti o verifiche
  • usufruire di interrogazioni orali o verifiche in formato digitale
  • etc.
Dal momento in cui lo studente con DSA presenta un deficit in una o più abilità, ne consegue che avrà bisogno di più tempo, materiale ridotto o formati alternativi per non risultare svantaggiato rispetto ai compagni nel completamento di un compito.
Gli strumenti compensativi e dispensativi aiutano quindi gli studenti con DSA riducendo gli effetti dei deficit nelle abilità di lettura, scrittura o calcolo, proponendo una modalità di apprendimento più adatta alle caratteristiche dello studente con DSA, quindi favorendone il successo nell’apprendimento e l’autonomia nonostante la presenza di deficit in determinate abilità. Questi strumenti sono fondamentali, non rappresentano un vantaggio o una facilitazione, ma una necessità.
Le misure educative e didattiche di supporto agli studenti con DSA (art. 5 legge 170/2010) comprendono inoltre:
  • “L’uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti […], adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate”;
  • “Per l’insegnamento delle lingue straniere, l’uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilità dell’esonero”;
  • “Sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli Esami di Stato e di ammissione all’università nonché agli esami universitari”.
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Insegnanti e tutela degli studenti con DSA

Gli insegnanti dovrebbero quindi non solo garantire un metodo educativo flessibile, che tenga conto delle differenze individuali degli studenti con DSA, ma anche adeguate forme di verifica, che devono tenere conto delle difficoltà che incontrano gli studenti con DSA per quanto riguarda le verifiche scritte (ad esempio, idealmente per uno studente dislessico le verifiche dovrebbero essere più brevi, con frasi meno lunghe e complesse ove possibile, prediligere i test a crocette rispetto a quelli a risposte aperta, evitare il “sovraffollamento” e quindi scegliere caratteri più spaziosi e leggibili, preferire il formato digitale se possibile etc.). 
La legge 170/2010 è importante perché introduce queste misure a tutela dei DSA, ma non solo, le definisce un vero e proprio diritto. Lo studente, secondo la legge, ha il diritto di essere tutelato attraverso questi mezzi, che dovranno essere valutati dall’equipe di valutazione che ha preso in carico la diagnosi, ma anche dal corpo docente in sede di redazione del PDP. Poiché le prestazioni delle varie abilità negli studenti con DSA non è statica, ma presenta fluttuazioni nel tempo, è necessario (oltre a rivalutazioni periodiche) che gli strumenti compensativi e dispensativi siano costantemente monitorati ed eventualmente modificati in base alle necessità in continua evoluzione dello studente con DSA. 
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